
Se non ora, quando?
Ci sono molti modi per dare voce al proprio pensiero, per esprimere dissenso o approvazione verso qualcosa che non necessariamente deve essere dato per scontato.
Si può parlare con voce pacata, si può urlare, si può fare della sottile ironia, si può litigare; ma si può anche stare in silenzio, ad ascoltare, in un confronto creativo e costruttivo insieme ad altri che come te la pensano in quel modo. E si può semplicemente essere presenti, fisicamente e moralmente.
Questo in poche parole è quanto è accaduto ieri pomeriggio in molte delle più importanti piazze delle più grandi città d'Italia e d'Europa, sotto una pioggia fine ed insistente che ha concesso poca tregua inzuppando i vestiti in profondità ma che non ha smorzato gli animi pacatamente accesi delle Donne e dei loro amici e compagni che la pensano come loro.
E' stata una "festa educata", condivisa da migliaia di persone che a perdita d'occhio si snodavano come un enorme serpente multiforme e multicolore tra le vie principali del centro di Milano, nel mio caso, e contemporaneamente in altri centri altrettanto colorati di altri confini, tra bandiere, cartelli, slogan, sciarpe rigorosamente ma non necessariamente bianche, fiori ed ombrelli di tutte le grandezze.
E' stato tanto emozionante quanto importante esserci, sentire condiviso un pensiero così netto, preciso, sicuro eppure tanto semplice.
Non solo per i 50 anni di evoluzione (purtroppo non sempre) di Storia al Femminile ma anche per il pensiero più comune che non ha bisogno di essere frammentato attraverso le diverse vicissitudini storiche, cronologiche, geografiche o politiche, perché sempre lo stesso, sempre tale, e cioè il pensiero dell'uguale Diritto e della Dignità (della Donna) come persona, a prescindere da tutto.
Questo è stato il respiro comune di un enorme polmone fatto di gente di tutte le razze ed età, ceto ed estrazione sociale, livello culturale ed emotivo, durante quella che è stata una festa vera e propria a tutti gli effetti, in cui si è ascoltato, chiacchierato, riso, urlato, ballato, raccontato storie e raccolto pareri dalle sfumature più diverse ma tutte all'insegna dell'educazione e del buon senso...
Non ho mai visto una folla tanto educata.
Persone che, muovendosi con difficoltà tra i pochi sentieri concessi da quel muro di corpi stretti, chiedevano permesso scusandosi e sorridendo come se si conoscessero tutti: mamme, figlie, insegnanti, nonne, impiegate, dirigenti, casalinghe, teenagers, punkabbestia, tutte presenti perché ugualmente arrabbiate ma felici di essere lì accanto ai loro compagni, amici e parenti.
Per un attimo mi è sembrato di essere ad uno dei più importanti concerti della mia vita, tutti stretti pigiati davanti ad un palco, con la nota voglia di condividere un evento comune verso una passione comune. Ma mentre davanti al palco di un live in fondo in fondo si tende a prevaricare l'altro per avere il posto migliore, la visuale più ampia e catturare il suono più pulito, lì l'importante era evidentemente, semplicemente essere presenti, vicini, corpo compatto che facesse muro e numero, senza distinzione di posto e senza biglietto.
Aldilà di com'è andata e di come andrà, e di come la racconteranno e la stanno già raccontando, penso sia importante sapere com'è stato e perché, senza false storpiature, e raccontarlo a chi importasse ancora dibattere di buon senso, Costituzione e Diritti Civili.
Perché come diceva Qualcuno "La Libertà è partecipazione".
(immagine by fsk)