Il popolo più antico del nostro continente

Ve li ricordate gli Indignados? Il movimento 15-M, chiamati così dalla prensa spagnola, aveva attirato l'attenzione della stampa di tutto il mondo, Italia compresa (nel nostro paese l'attenzione agli esteri è pressoché nulla). E' passato oltre un mese da quelle giornate ma la rete che aveva generato quel movimento è ancora attiva, in programma sono previste altre manifestazioni dopo quelle del 19 Giugno.

Lasciamo da parte gli Indignados e riavvolgiamo il nastro, eravamo alla vigilia delle elezioni amministrative del 22 Maggio. Una tornata elettorale importante, l'ultima prima delle “elecciones generales” dell'anno prossimo. A livello nazionale è stato pesante il crollo del PSOE di Zapatero, a vantaggio del PP guidato da Mariano Rajoy. I risultati elettorali spagnoli sono stati commentati anche da noi, dedicando poca attenzione all'altro grande dato di queste elezioni: l'exploit di Bildu. Piccolo excursus: cos'è Bildu? E' un partito che ha riunito le principali forze dell'izquierda abertzale con l'obiettivo di presentarsi a questa tornata elettorale. Un secondo tentativo visto che Sortu, altro partito legato alla galassia abertzale, era stato escluso dal Tribunale Supremo in base alla discussa Ley de Partidos (quella che aveva portato all'illegalizzazione di Batasuna). In verità anche Bildu era stata prima esclusa il 3 Maggio e poi riammessa il 5, alla vigilia dell'inizio della campagna elettorale (che ufficialmente inizia nelle due settimane antecedenti le elezioni). Bildu, nella regione del Pais Vasco (province storiche di Araba, Biskaia e Gipuzkoa) e in Navarra, ha raccolto 313mila voti e con il 23% è secondo solo al EAJ-PNV (330mila voti, 24%) per numero di votanti ma è il primo partito per numero di consiglieri eletti. Ha ottenuto grandi consensi nei piccoli centri, spesso riportando la maggioranza assoluta, e nella cintura industriale attorno a Vitoria-Gasteiz e Donostia-San Sebastian. In quest'ultima città e nella rispettiva provincia è risultato il primo partito.
E' un risultato storico quello uscito fuori dalle urne, prima di tutto la somma dei voti ai partiti baschi (compresi Aralar, crollato in questa tornata, e Nafarroa Bai) è maggiore rispetto alla somma dei partiti “spagnoli”. In secondo luogo la forza elettorale e politica del movimento abertzale è coincisa con il momento di massima debolezza, in tutti i sensi, dell'ETA. L'organizzazione terroristica è ridotta ai minimi termini, dallo scorso Gennaio vige un “cessate il fuoco” permanente. Dallo scorso aprile è stato accompagnato, tramite due lettere inviate alle associazioni degli imprenditori baschi e della Navarra, dalla rinuncia all'impuesto revolucionario, vale a dire una sorta di pizzo richiesto a imprenditori e commercianti per il finanziamento. E' un gesto clamoroso, non era mai successo (in occasioni di altre tregue temporanee i commercianti ricevevano ancora le lettere con le richieste estorsive) e ad oggi nessuna delle due azioni è stata disattesa. Le elezioni offrono un segnale importante all'ETA, al Governo (per ora quello di Zapatero) e alla nomenklatura politica di Madrid perché dimostrano la bontà delle idee autonomiste e l'interesse della gente nei confronti della questione basca.
oluzione non-violenta della questione basca.

Le elezioni e il conseguente successo di Bildu rappresentano un'occasione storica per Euskal Herria, come giustamente hanno dichiarato Martin Garitano (nuovo Diputado General di Gipuzkoa) e Arnaldo Otegi, ex-portavoce del Batasuna attualmente agli arresti e sotto processo per tentata ricostituzione dello stesso (rischia fino a 10 anni di galera). Oltre alla difesa dei valori e delle identità basche c'è da affrontare la crisi economica (è una delle regioni più ricche della Spagna. E' basco il BBVA, uno dei gruppi bancari più ricchi e potenti d'Europa), la questione dell'Alta Velocità (vista come priorità politica dal governo ma molto criticata a livello popolare), dei 700 prigionieri politici (in queste settimane è esploso il caso di Aurore Martin, dirigente del Batasuna estradata in Francia dopo che in Spagna era stato emesso un mandato di cattura contro di lei. Solamente una forte mobilitazione ne ha evitato l'arresto dopo la sua ricomparsa in un'assemblea pubblica a Biarritz), della libertà d'opinione e della rappresentanza delle istanze basche (la Ley de Partidos resta un pericolo, visto il fuoco incrociato di parte dell'opinione pubblica spagnola). I politici europei parlano di libertà dei popoli, di autodeterminazione (22 stati dell'UE hanno riconosciuto il Kosovo). Sappiate che queste parole non valgono per tutti, non valgono nel cuore dell'Europa per il popolo più antico del nostro continente.

[Nella foto la prima pagina del quotidiano “La Razon” del 6 Maggio 2011, il giorno prima il Tribunale Supremo con 6 voti a favore e 5 contrari aveva riammesso Bildu alle elezioni. Non c'è bisogno di tradurre]


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