
Italian Revolution, democrazia reale domani
Uno sguardo è bastato per capire che non voleva fargli lo scontrino fiscale, e ad Antonio conveniva non chiederglielo perché avrebbe pagato ogni singolo DVD 0,10 € in meno. "Conviene", quante volte usiamo questo termine in funzione delle situazioni che viviamo?
L' “Italian Revolution - democrazia reale ora”, termine con cui l'informazione scritta e online descrive quel movimento che dovrebbe essere l'alter ego degli "indignados" spagnoli, in realtà qui in Italia non avrebbe motivo reale di esistere, o meglio non pragmaticamente.
Voglio essere chiaro per non essere frainteso: ci sarebbero tutte le carte in regola per far partire un moto di risposta apolitico, penso ad esempio, a situazioni di gap che viviamo giorno dopo giorno come possono essere l'impatto delle imposte sulla benzina o l'aumento spropositato dell' RCA, per non parlare più in generale della crisi economica, politica e sociale che attanaglia più o meno tutto il paese.
L' “Italian Revolution" non ha motivo di esistere semplicemente perché non è presente nel nostro DNA.
Sicuramente la fotografia della Spagna di oggi e di ieri (penso al regime di Franco ma non voglio entrare nel merito) è forse persino più grigia della nostra, e si sa che bisogna farsi sentire quando la pancia è vuota, quando fa male, a dispetto delle coreografie degli stadi di Madrid e Barcellona, ritraenti la bella presenza di centomila paganti. Certo non può neanche essere questa la foto della Spagna, l'esempio dello stadio è un momento, è un istante che può essere un momento di svago, o in altri casi un momento di ritrovo per chi magari la crisi la sente un po' meno.
Tornando a noi, il concetto di ciò che "conviene a me" a dispetto degli altri, non è certamente un esclusiva del nostro bel paese, ma forse è presente sotto più forme e in modo più massiccio che in altri paesi detti "industrializzati". Per il "conviene a me" non alludo a riferimenti politici come leggi "ad personam" di cui tanto si sente parlare, intendo la realtà che ognuno di noi vive nei rapporti sociali. L'esempio iniziale dello scontrino fiscale può essere legittimo ma relativo, perché magari i controlli (a sorpresa!?) della guardia di finanza possono variare di incisività da comune a comune, da regione a regione, come la stessa indole del venditore e dell'acquirente alla convenienza reciproca può variare secondo svariati parametri. Se solo però tentassimo per un attimo a capire perché ad esempio, andare da un parrucchiere da donna in salone costa dieci volte di più rispetto ai parrucchieri casa per casa, senza analizzare ciò che dice la legge consente di fare e al di là di ciò che "conviene" a me come consumatore, potremmo anche iniziare a capire perché l' “Italian Revolution" perde di valore, e di conseguenza potremmo anche iniziare a capire perché vengono giocati in una nazione in crisi, 50-60 miliardi di € all'anno in giochi d'azzardo legalizzati (Superenalotto, Win For Life, ecc.) con una possibilità su 620 milioni di azzeccare il 6 vincente, e una su 120mila di strappare un 4 che ci arricchirebbe con la bellezza di 250, 300 €, insomma addio crisi!
Ora, tralasciando che sia più facile che l'asteroide Apophis colpisca la Terra nel 2036 (ebbene si) augurandoci che la crisi nel frattempo sia passata, sfrutto le mie ore di cassa integrazione (legittima?) per potervi scrivere questi miei pensieri e conscio del fatto che potrei far scaturire una serie di commenti più o meno democratici, memorabili a tal punto da doverli salvare in un file word su un DVD, che se dovessi chiedere al mio amico Antonio, pagherei soltanto 0,40 €. Tutto sommato conviene.
“Ogni Stato ha i rivoluzionari che si merita.“
(Palmiro Togliatti)