Lascio che le cose mi portino altrove.

Ce ne ho messo di tempo per decidere. Dopo attente valutazioni che non ho voglia di evidenziare ho dovuto concludere con una necessaria separazione. 90 su 100 non frega un cazzo a nessuno ma sono convinto che una collaborazione non può durare troppo e per evitare che diventi stantia o si trascini affannosamente, ho pensato, non senza un certo dolore, che era meglio separarsi da un sito che, comunque, mi ha regalato delle emozioni.
Debaser è principalmente un sito dove si condividono emozioni musicali e il mio commiato sarà, per chi voglia contagiarsi, una volontaria esternazione delle stesse. Frammenti sonori, spesso trovate geniali, armonie che almeno una volta nella vita vanno a mio avviso vissute e che, personalmente, mi fanno emozionare ogni qualvolta le ascolto.

Dall'incursione metallica di Pensieri e Parole alle trombe ovattate nel finale di Non è Francesca; la formica di The Baby e gli "Io e te" di Italian Violence; i bambini della Tartaruga e i ragazzi che vogliono salvarsi dalla Magnifica Gente; il complesso bandistico del Re e l'abbrivio in sordina di Thougher Than The Rest; il pianoforte di She's a Rainbow e il commento per pianoforte, batteria e violoncello di Ruby Tuesday; il "na na na" di When The Night e la miscela elettrica del medley finale di Red Rose Speedway; l'ingresso a ottone battuto di chi ha Bucato La mia Vita e l'accompagnamento di Lago Rosso; il finale per pianoforte ed archi di Same Time Next Year e l'incursione circense di Cage.

Ancora, il finale dissolto per organo e basso di It's Just A Thought e quello inquietante per fiati e percussioni di Never Let Me Down Again; gli assoli di Till There Was You e di And I Love Her; l'abbrivio di West End Blues e le sirene di Star Spangled Banner percepite a Woodstock; l'inverno elettrico con ape regina dell'Ottico e le spoglie nelle bandiere sulla Collina; l'invito a guardarsi intorno del recente Meraviglioso e le percussioni clownesche di Renoir prima maniera; l'intermezzo per vibrazioni tedesche dell'Oceano Di Silenzio e l'accompagnamento in metallo del Mantello E La Spiga; l'abbrivio del Sgt. Pepper's e tutto ciò che gli ruota attorno.

Ancora, l'orchestra per fiati e polvere bruciata dal sole di Atom Heart Mother e la frase per violoncello di Yesterday; gli assoli dello zingaro belga chiedendomi come diavolo abbia fatto con una mano resa fasulla dal fuoco; l'organo rapido di In my life e l' "It was" dell'inizio della primavera; lo xilofono tribale di Stranizza D'Amuri e i ringraziamenti infiniti per archi della Valigia Dell'Attore; i drogati del Recitativo e i bambini nel Corale del re infelice.

Ancora, il finale per clarino e sax di Hemingway dove chissà perché immagino un lento tra Corso Salani e Licia Maglietta diretto da Kieslowski; i fiati con riverbero di Philip Glass e le colonne sonore di Alessandro Cicognini; le evocazioni dialettiche di Sidun e Creuza De Ma; i cori e l'ingresso per percussioni e magia di Hey Jude e quella volta che Ringo dimenticò le bacchette per creare l'abbrivio di Let It Be; il lamento battuto di The Doll Is Mine e quello in coda di For The Damaged; le dita strette di Ninnananinnanoè e il basso di Suonno D'Ajere; l'intermezzo di Appocundria e il profumo di mare di Donna Cuncetta; il pa pa pa di God Only Knows e il commento per fiati e calore di Maybe The People Would Be The Times Or Between Clark and Hilldale; l’assolo dell’Herald e gli archi orientali del Rising Sun; l’intermezzo corale della Prophet‘s Song e il Konomama Iko di Teo Torriatte; il “maybe this time” di Wanderlust e l’assolo di No More Lonely Nights, con gli ettolitri di lacrime al seguito.

Ancora. la chitarra delle Cinque Anatre e l'invito a raccontare altre storie del Vecchio E Il Bambino; lo strazio popolare di Saglie Saglie e la morte per tristezza dello Scapolo; White Summer registrata al Playhouse e il finale per organo elettrificato di Child Of Vision; quel pianoforte bianco che suona mentre la stanza viene illuminata dal sole mattutino e il "soooo free" di George; il wah-wah di Beware My Love e il tentativo di girarsi per chi Cerca 'e Me Capì; il finale di We Got Married registrato al Wembley e quello di Things We Said Today a Madrid; la fusione di voci di Goodbye Stranger e quella senza donne di She's My Kind Of Girl; il refrain per coro e fiati di Here Today e i pinguini di Tomorrow Never Knows…

E' difficile smettere, ma penso che possa bastare.

Un saluto ed un abbraccio fortissimo a tutti coloro che mi hanno sostenuto e de-amato, specialmente i fedelissimi. Un ringraziamento affettuoso a coloro che mi hanno criticato negativamente, ma con costtrutività: c'è sempre da imparare qualcosa. Un cordiale vaffanculo a coloro che mi hanno attaccato con protervia, violenza ed offese gratuite: con la speranza e qui è necessaria la formula dubitativa, che prima o poi capiscano che l'umiltà e la correttezza pagano sempre.

Grazie di tutto Deb! E chissà, magari a presto...


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