Il caso Sara T.

[…] Chi ci va a letto a me fa pena, è come approfittarsi di uno che sta sulla carrozzina, come andare con con un malato. Chi va con la Tommasi ed è convinto di essere figo è il più grande sfigato della terra. Anzi se lo vedo gli darei uno schiaffo, lo prenderei a botte. Chi ha fatto il film con lei è vergognoso, perché è vergognoso fare soldi con lei.
(Fabrizio Corona)


La Spietata Logica delle Farfalle

by Emofiliaco (3 luglio 2012)


L'odio è un carburante nobile?


Mentre la pasta lessa nell'acqua bollente e preparo un condimento a base di olio extra vergine d'oliva, tonno, capperi, carote à la julienne, scorza e succo di limone in cui le farfalle una volta raffreddate verranno immerse e degustate alla radio passano "Let your Body Decide".

Ora io non conosco il testo di questa canzone ma il titolo, somma sintesi del potere del desiderio fisico, e l'analogia secondo cui ogni tipo di pasta necessita di un limitato raggio d'azione nella scelta di un condimento continuano a picchiarmi in testa da qualche giorno.


Nella mia mente birichina e un po' malvagia si fa strada il dubbio che, anche sorpassati archetipi alla Tersite, la forma in cui veniamo al mondo se ne sbatta del concetto di unità tra anima e corpo e finisca per dettare le regole.

Non voglio essere frainteso: non è la Kalokagathia il concetto che ho in mente. Se fosse così io dovrei essere la persona più buona, proba, pia e onesta di questo misero "T in O" ed invece mi trovo ogni giorno a convivere con il lato oscuro della Forza.


Più che altro sto pensando di come il corpo possa diventare una maledizione e mentre penso questo, con in sottofondo i The Ark e con un retrogusto al cappero, alcune mie amiche anarco-insurrezionaliste di stampo femminista mi invitano a prendere coscienza del caso "Sara Tommasi". Io non so come fosse questa ragazza prima che l'instabilità mentale prendesse possesso del suo corpo per donarlo agli sciacalli di turno e onestamente non mi interessa saperlo e so persino che al mondo probabilmente ci sono casi di sfruttamento peggiori. Sempre si possa porre una scala al peggio.


Quello che so è che, in un certo senso, questa ragazza, con tante altre meno famose certo, è stata lasciata sola: vittima di una spietata logica che fa del suo corpo la sua maledizione. Di un potere che se ne sbatte di tutti noi.


Ora rileggete la domanda iniziale, datevi una risposta, se potete, e perdonatemi la metafora del titolo.


Louder Than Love

by Bartleboom (11 luglio 2012)


Ho visto il video porno di Sara Tommasi.

Essenzialmente perché sono un porcellone. Poi, anche perché 'sta storia della Tommasi mi ha in qualche modo colpito.


Mi spiego. Non credo che Saretta nostra sia mai stata un fulmine di guerra, nonostante (o forse proprio a causa di) la tanto sbandierata laurea alla Bocconi. Ma allora avrebbe potuto fare la fine delle mille e una oche che affollano i palinsesti televisivi, finendo nel dimenticatoio o riciclandosi come testimonial di pentole, materassi, spremiagrumi e attrezzi improbabili per il cardio fitness.

E invece no.

Sinceramente non ricordo un’altra vicenda simile. Non ricordo un’altra parabola discendente tanto rapida. E tanto triste.


Comunque, dicevo: ho visto il video porno di Sara Tommasi.

E sono andato a leggere (quasi impossibile non farlo in questi giorni…) i commenti della gente su facebook, sui siti dei provider di posta elettronica, sulle versioni on line dei quotidiani. E ho trovato una cattiveria inaudita.
Magari è giusto così. Magari va bene che la Tommasi venga trattata come carne da macello, sfottuta, derisa, umiliata, esposta al pubblico ludibrio, senza appello, senza attenuanti, senza remore.

Ma magari sarebbe stato altrettanto giusto mostrare, chessò, forse soltanto un minimo di pietà per una ragazza che, evidentemente, sta male.


Ho visto il video porno di Sara Tommasi, dicevo. E mi ha fatto due palle così.

Se l’idea era quella di indurmi al di là di ogni ragionevole dubbio a procurarmi una sontuosa slogatura multipla da autostantuffamento alle articolazioni polso-gomito-spalla, beh… qualcosa, da qualche parte (magari anche nelle mie mutande) non ha funzionato.

La verità è che c’è troppo porno intorno a me. E sento che inizia ad esserci troppo porno anche dentro me. Su internet, in tv, nella testa della gente. Tutto è troppo esplicito, troppo esibito. E quindi, alla resa dei conti, scontato.

A 13 anni mi ammazzavo di pugne se intravedevo il reggipetto della mia compagnia di banco cessa. Oggi per 10 euro riesci a farti fare un pompino dall’insegnante di matematica.


Temo l’escalation, un processo distorto per cui un giorno non ci basterà più semplicemente “fare l’amore”, ma non avremo altra scelta che farci una “cazzo di scopata”. Perderemo il gusto di farlo con calma la domenica mattina, con gli occhi ancora stropicciati e l’alito cattivo, e ci ecciteremo solo se la webcam sarà accesa. E finiremo per essere comunque insoddisfatti. Perché non ci sarà più niente da immaginare e desiderare.


Ho visto il video porno di Sara Tommasi.

E quasi quasi rimpiango il catalogo del Postalmarket.



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