Il nuovo cibo per cani

Apri gli occhi in una delle tante giornate di quest'epoca indecifrabile. Accendi la tv e saltando un po' annoiato (già di primo mattino? non è bene) da un canale all'altro noti che se non sono film (sempre meno) o programmi di cucina, già si inizia a dibattere di politica o economia in trasmissioni che penseresti avere tutt'altro taglio. Giornalisti dalla sintomatica mascella e soubrettes che fino a ieri ancheggiavano ammiccanti in un reality o in una televendita, oggi conducono una finestra di attualità politica a tutte le ore. Eh sì perché anche nel pomeriggio la cosa va avanti, tra "programmi demenziali con tribune elettorali" e contenitori più vasti che comunque non si fanno mancare un approfondimento (reale?) politico, passando per tutti i telegiornali, le trasmissioni politiche successive fino ai veri e propri e "sacri" format politici di prima serata (ma anche di seconda), comunque circondati da trasmissioni d'inchiesta o di denuncia a buon mercato dove le notizie "strisciano" rapidamente tra "iene" d'assalto, tapiri e pupazzi rossi.
Tutti, insomma, rincorrono notizie e si rincorrono a vicenda nel darle, gareggiando tra chi "sgamma" per primo un politico affarista o uno approffittatore, un cittadino indignato o uno incazzato proprio. Tutti, ma proprio tutti, anche in trasmissioni, come dicevo, che penseresti avere altri argomenti da trattare o stile da seguire. Ovviamente i giornali non sono da meno e gettano benzina sul fuoco della denuncia con titoloni gonfiati l'un contro l'altro armati. Ogni testata è rigorosamente schierata e confeziona quelle che i propri lettori pagherebbero, e infatti pagano, per leggere.
In questo scenario bollente (in tutti i sensi), ormai anche d'estate - c'avete fatto caso? Prima la politica di questi tempi andava in vacanza, si staccava la spina, ma dall'anno scorso coi mastini del Giornale sguinzagliati sulla casa a Montecarlo di Fini non è più così, e allora giù con la crisi, lo spread, Monti e la Merkel - ovviamente non è da meno internet, anzi. Con la sua rapidità di circolazione divulga notizie a raffica su tutti e tutto, prontamente gettate in pasto ai blog dove cittadini super informati e consapevoli le addentano affamati e le masticano avidamente, bisognosi di sfogare coi denti dell'invettiva tutto lo stress da crisi che li attanaglia. Gente che aveva sempre seguito poco o nulla la politica ora gongola nello sparare a zero su ministri, sottosegretari, dirigenti e chi più ne ha più ne metta, pontifica di macroeconomia e di teoria politica e getta tutto l'astio di cui è capace su intere categorie di persone sull'onda della notizia calda del giorno che una di quelle persone ha appena infangato: politici appunto, ma anche immigrati (per la cronaca nera il discorso è lo stesso e l'isteria collettiva analoga), tassisti, operai, statali, comandanti di nave distratti in un inchino, folli omicidi e compagnia cantante.

La domanda che mi sovviene, e che mi ha suggerito questo editoriale, l'avrete a questo punto già capita: non sarà che in quest'epoca multimediale d'informazione in tempo reale alla fin fine si viva peggio di ieri? Non sarà che ci stiamo consumando e logorando lentamente in una patologica follia generale da troppa informazione? Non sarà che non abbiamo fatto altro che creare cittadini più impauriti e ansiosi e dunque rabbiosi e nevrotici piuttosto che liberi, informati e consapevoli? Viva internet, viva la libera informazione, la circolazione delle idee e viva la competizione tra fonti f'informazione diverse e di segno opposto. Viva tutto. Ma forse non eravamo pronti a maneggiare tutto questo così in fretta.
Forse la nostra vita interiore non è veloce quanto quella che ci circonda.
Forse abbiamo bisogno di quieta lentezza.
Non c'è proprio niente da correre...

"And you run and you run to catch up with the sun, but it's sinking
And racing around to come up behind you again
The sun is the same in the relative way, but you're older
Shorter of breath and one day closer to death…
"


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