Sine Nobilitate?

Una leggenda metropolitana fa derivare la parola “snob” dalla contrazione della locuzione latina “sine nobilitate” e originalmente (il Treccani mi viene in aiuto) significava di “basso ceto” e (“copia incollando” sempre dal dizionario) si riferisce a “chi ammira e imita ciò che è o crede sia caratteristico o distintivo di ambienti più elevati; chi ostenta modi aristocratici, raffinati, eccentrici, e talora di altezza, superiorità. ”.

Nata in Inghilterra a metà ‘800 per definire una “persona non fine, non adeguata a un ambiente colto e raffinato” ha attraversato più di centocinquanta anni cambiando decisamente significato ed adattandosi ad esigenze culturali decisamente modificate.

Però a rileggere bene le definizioni devo correggermi: il senso del termine in un certo modo è rimasto lo stesso, a cambiare è stata l’ampiezza del raggio di provenienza. Se in epoca vittoriana era probabilmente usata in ambienti per lo più nobiliari ora il suo uso è trasversale. Gode di un’ubiquità talmente imbarazzante da essere usata come rimedio universale (una sorta di panacea linguistica in caso di difficoltà dialettiche) anche in discussioni sorte davanti al bancone della più bieca bettola della bassa.

Si capisce che in tali condizioni la variabilità del contesto rischia di far subire a qualcuno (persino a un “nazionalpopolare” come il sottoscritto) l’epiteto in modo “randomicamente” selvaggio.

Per prevenire qualsiasi obiezione la grande mamma “internettiana” Wikipedia mi suggerisce di non confonderla con la l’espressione “Radical Chic” che è “semanticamente il suo contrario” (giuro che son mesi che ci penso senza riuscire a scovare l’inghippo) mentre il buon senso mi suggerisce di tenermi lontano pure da quella bellissima parola che è “hipster” (purtroppo nonostante credessi, e sperassi, di esserlo ultimamente mi han convinto che non lo sono, ancora: ci sto lavorando).

Una storia che assomiglia a quella della parola greca “βάρβαρος” (un’onomatopeica che stava per “balbuziente” termine con cui i greci antichi indicavano chi parlava male la lingua quindi gli stranieri) passata agli antichi romani nel senso di contrapposizione tra loro (civili) e i popoli non romani da civilizzare con la differenza che alla fine (citando ancora wikipedia) il "barbaro" era uno strumento essenziale che i popoli greci, prima, e romani, poi, utilizzavano per definire sé stessi, prendendolo come pietra di paragone, in quanto "anormale" rispetto agli standard, per poter definire la "normalità".

In un certo senso si potrebbe dire che chiunque a questo mondo usa il termine “snob” per giustificare se stesso (le sue attitudini, i gusti, la professione, le vicende personali) non accorgendosi che è proprio questo tracciare confini che è terribilmente snob (o almeno potrebbe sembrarlo ai più). Per fare un esempio e parlando di affinità musicali è molto divertente pensare che concreto è il rischio che una conversazione tra appassionati di Punk (ma metteteci qualsiasi genere di matrice Pop-Rock: ho scelto il primo che mi è venuto in mente) rischi di diventare snob tanto quanto una tra appassionati di Classica…

Insomma, chi/cos’è che nel 2012 E.V. può essere definito snob? E’ più snob un ministro della repubblica che raccomanda ai giovani di non esser troppo “choosy” (mentre lei due figli li ha già bei che piazzati al posto “giusto”)? Chi del termine (“choosy” dico) comincia a farne abuso? O chi si lamenta di chi ne abusa (e scusate il gioco di parole)?

“Alternativo” e “Indie” sono parole, atteggiamenti, modi di vivere snob?Sarebbe simpatico chiudere dicendo che ”snob è chi snob lo fa” oppure con una bella lista di dieci atteggiamenti “snob” ma preferisco suggerire di immaginarvi in un’orda di snob provenienti dalle steppe della supposta superiorità intellettuale mentre invadete l’Impero degli Alternativi Indie. Al grido di “Sine Nobilitate”!

Giuro che il prossimo vi apparirà meno snob.


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