Seance

Seance… Lock Free Time. Feel the Power!” (The Addams Family)

Se c’è una caratteristica di cui non sono dotato è l’essere proibizionista.

Spesso provocando ho affermato che se fosse per me droghe pesanti come eroina o cocaina troverebbero aperta la strada della liberalizzazione (qui potrebbe nascere l’eterno dilemma che germoglia dal contrasto tra i concetti opposti di “legalizzazione” e “tolleranza” e su che ruolo lo Stato dovrebbe assumere scelto uno dei due contesti ma non è di questo che voglio parlare quindi...) ma in realtà non era neanche una boutade fine a se stessa.

Sostanzialmente penso che le persone dovrebbero essere messe in grado di fare ciò che pare loro (sempre all’interno di un sistema che protegga i terzi incolpevoli dei danni causati dalle dipendenze altrui e di uno Stato di Diritto) compreso il rovinarsi la vita attraverso un buco o una sniffata (e parlo da persona abbastanza intollerante verso le varie dipendenze).

E’ ovvio che potreste sollevarmi un casino di obiezioni (i costi sociali sono le prime che mi vengono in mente ma son sicuro che voi me ne elencherete altre) ma è altrettanto lapalissiano che il mio non è desiderio di anarchia ma la voglia di vivere in una società meno ipocrita e in uno stato che responsabilizzi invece di criminalizzare.

Lasciando discorsi troppo ampi dove ognuno potrebbe sbizzarrirsi sembra che la vera Droga del momento (quella “In” per intendersi) sia il business delle varie sale da gioco/bar/locali di vario tipo dotate delle famigerate macchinette mangiasoldi (videopoker, “caterine”, video roulette, eccetera) dove lo Stato Italiano non pare esser poi così proibizionista (come lo è con le droghe “leggere” per dire) o severo (con il tabacco) in una spirale poco virtuosa di “una mano lava l’altra” simile a quello che succede con le bevande alcooliche.

Non sto qui ad elencare le cifre del giro d’affari perché essendo povero e tartassato dalle tasse poi dovrei prendermi un protettore gastrico ma si sa che sono “importanti”. Talmente importanti che ad una liberalizzazione selvaggia nel ’95 seguì una legalizzazione “controllata” qualche anno più tardi. Per proteggere i cittadini si disse ma non mi hanno mai convinto.
Poi se si citano lotterie varie, gratta & vinci, scommesse, siti per poker o casinò on line, tv “tematiche” si può dire che essenzialmente viviamo in uno Stato-bisca.

Detto tutto questo e pensandoci anche a lungo, non riesco a scandalizzarmi e ci sono solo tre cose che m’infastidiscono (ed è dura turbarmi… non c’è riuscita nemmeno la Marchi con la truffa della sabbia anni fa: più che per quella io l’avrei messa in galera perché è gradevole come una pigna su per…)

A) Come detto l’ipocrisia di uno stato moralista e moralizzatore a fasi alterne.
B) L’inevitabile intrusione della criminalità (più o meno) organizzata e/o (più o meno) istituzionale nel giro d’affari.
Ma soprattutto...
C) La progressiva estinzione dei flipper dai bar italiani a causa della distruzione del proprio habitat provocata da una nuova specie di parassita.

Probabilmente molti di voi proveranno lo stesso dolore perché con i flipper stanno sparendo anche i videogiochi “tradizionali” e non sto parlando degli enormi macchinari che occupano le sale giochi odierne ma di quelli alla Double Dragon per intendersi.
Ebbene sappiate che ogni volta che qualcuno mette cinque euro in un videopoker da qualche parte del mondo un FunHouse sta morendo. Ogni volta che qualcuno si gioca la pensione della nonna in una slot… Wonderboy piange. Ogni volta che invece di ciliegie escono banane lassù gli Space Invaders devono scappare più che avanzare.

Perciò ricordatevi: giocate sempre responsabilmente.

Per me uno può anche rapinare una banca: basta che lo faccia con educazione” (D.Z.)


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