
I Make Dirty Love!
Ora più che mai rivedendo l'immagine di Ian Watkins in concerto con la t-shirt con scritto "I Make Dirty Love!" fa un po' paura, e fa tanto schifo.
Occorre precisare che fino a conclusione dell'indagine tutto sia da verificare ma gli indizi pare portino tutti verso una conclusione: Ian Watkins leader del gruppo gallese Lostprophets, è accusato di tentata violenza sessuale ai danni di un minore, anzi ancora peggio (ove in questi contesti possa esistere davvero un qualcosa di peggiore rispetto a qualcos'altro) di una piccolissima bambina di solo un anno. A dovere di cronaca c'è da dire che "La polizia, dopo aver eseguito il fermo del cantante, ha compiuto dei controlli anche sul portatile, trovando file di materiale pornografico. L‘accusa per il frontman è di cospirazione finalizzata allo stupro di una bambina sotto i tredici anni di età e, considerata la gravità, Watkins è già comparso davanti al giudice per la prima udienza preliminare, e, naturalmente, l’imputato ha respinto qualsiasi genere di attacco, dichiarandosi assolutamente innocente." come riportato da fonti giornalistiche. C'è poco da dire, e se il reato verrà confermato c'è tanto da condannare, in quanto si suppone a rigor di logica, che il cantante abbia già compiuto tale schifo in passato. Se si può parlare di musica in questo contesto, è inutile dire che la carriera dei Lostprophets, almeno così come la conosciamo, è praticamente terminata.
Su Twitter il loro ultimo messaggio è il seguente; "A message from Jamie, Lee, Luke, Mike and Stu > http://www.lostprophets.com" e il link al sito riporta un unico, univoco e freddo messaggio, tradotto: "Dopo aver appreso delle accuse e dell’arresto, avvenuto oggi, di Ian Watkins, ci ritroviamo in stato di shock. Stiamo cercando di conoscere i dettagli delle indagini, come voi. E’ un momento difficile per noi e per le nostre famiglie e vogliamo ringraziare i nostri fan per il loro supporto, mentre cerchiamo di trovare risposte.”.
Si scatenano intanto le accuse di tutti. Di diversi fan che tentano di trovare correlazioni di tali azioni coi testi delle sue canzoni, e dei giornali che nel Regno Unito non fanno che parlare d'altro. Tutti contro Watkins, che da sempre destava dubbi sulla sua presunta omosessualità, mai correlabile però ad azioni infamanti come quelle a cui è stato obbligato a rispondere.
Attendendo gli esiti di questa bruttissima storia, la prima perplessità che mi sento di esternare è legata semplicemente a come i soldi a volte, diano fottutamente alla testa. Nessuno potrà mai confermare se questa affermazione sia verità assoluta, oppure se tale "indole innata" si sarebbe comunque esternata indipendentemente dal successo e dalla vita estrema da Rockstar. Fatto sta che Ian Watkins era, almeno in UK, una sorta di divo per le teenager 'alternative'.
Una cosa però è certa; farò la parte del moralista, ma a sentenza terminata andrò a ripescare la maglietta della band comprata qualche anno fa (che non è la stessa indossata live dal cantante) nascosta non so dove in qualche armadio e, schifato la butterò via.
Quando questo editoriale verrà pubblicato, potrebbero essere sorti aggiornamenti importanti su questo caso, in attesa di ciò, dico "a non rivederci" ai Profeti Perduti.