Mario: come sono e come vorrei essere

"Io vedo poco e devo portare gli occhiali che a me non piacciono, perché sono già brutto e mi fanno diventare schifoso.
Vorrei chiuderli nel cassetto senza mai più riprenderli, ma non posso.
A me non piace portare le camicie perché mi danno fastidio.
Pensando a come mi devo vestire alle nozze di mio zio Angelo io e mia mamma litighiamo perché lei mi dice che dovrò portare la camicia.
Invece a me piace portare i maglioni alla dolcevita perché quelli non mi grattano il collo.
Sono piuttosto timido e quando mi dicono qualcosa mi metto a piangere.
Vorrei proprio darmi delle sberle!
A me invece piacerebbe essere robusto, coraggioso e felice.
Mi trovo molto bene nella mia scuola alta e robusta, ho dei compagni buoni, scherzosi e, certe volte, asini.
La mia maestra è buona, bassa coi voti ma io che sono piuttosto bravo ho anche parecchi dieci, nove e otto.
Se cambierei questa scuola io diventerei pazzo, perché qui mi trovo più bene di un re, ma purtroppo fra un anno e mezzo la devo lasciare per andare alle medie, come tutti gli altri ragazzi.
Dietro al mio banco c'è Massimo S., un ragazzo alto, simpatico ma un poco stufone, perché allunga sempre le gambe fino sotto la mia sedia e mi fa solletico.
Desiderei che non mi faccia più solletico, perché io lo soffro molto.
In storia e geografia ho un voto non molto bello perché, mentre studio, mi perdo via con le mosche che girano intorno al lampadario e con i cani che abbaiano nei piazzali..."
9 Marzo 1972

Ricordo sempre quella mattina a scuola, dopo la ricreaziona la maestra decise di farci giocare nel cortile.
Era una luminosa mattinata di Maggio, Mario se ne stava , al solito, un po' in disparte poi disse :"Signora maestra... mi fa male la testa." Il bidello lo accompagnò a casa, poi l'anno scolastico finì senza che lui tornasse.
Ancora oggi, dopo quarant'anni, ogni tanto penso a lui, al suo sorriso timido, ai sui capelli biondi e alle, ormai solite, dieci calle bianche che da quarant'anni sono lì, sempre fresche, sotto la suo foto e il suo nome.
Mario d'anni dieci.


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