Né lacrime, né spettatori, né rifugio
Pochi al mondo cercano di afferrare il problema, altri se ne infischiano completamente.
C'è chi, per puro scrupolo a volte dà una breve occhiata; chi passa con un sorrisino imbarazzato, come per dire: "ma che vuoi che sia". Altri ne percepiscono magari il dramma ma hanno altre priorità, una pacca sulla spalla e via. Oppure c'è chi ci prova ma desiste a fronte delle difficoltà, o chi irrompe prepotentemente (e sono i peggiori) convinti che il cambiamento possa avvenire dall'oggi al domani.
Forse non ce ne rendiamo nemmeno conto, e forse potremmo addirittura essere noi stessi. Potrebbe essere quella signora, in coda dietro alla ragazza carina, o il piccoletto con gli occhiali che si affretta a riempire la sportina. E quel nostro conoscente, che in compagnia ride sempre forte, ma ha quel non so che di triste nello sguardo, siamo proprio sicuri che ne sia fuori?
Cosa ne è di queste persone quando voltiamo lo sguardo?
Cosa ne sarà di noi quando saranno loro a voltarlo?
Cambiando discorso per un attimo, non pensate anche voi che il Macca sia sempre stato un gran paraculo?
Io ne sono fermamente convinto, non lo nego: un canzonettaro, un piacione.
Eppure a volte mi ritrovo a canticchiare "Eleanor Rigby" e mi sento di volergli bene.