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Ci ho pensato solo di recente, dopo aver letto uno degli editoriali pubblicati qui sulla home di DeBaser. Internet, il web sono stati questo posto fantastico dove chiunque di noi si poteva sentire un cybernauta, il Neuromante di William Gibson; dove tutti noi di volta in volta potevamo adottare una, ma pure due, dieci, mille, centomila identità differenti; eravamo tutti dei pirati e degli idealisti che navigavamo in questo mondo libero e privo di inibizioni e di vincoli di qualsiasi tipo. Eravamo dei pirati e allo stesso tempo eravamo come Peter Pan perché questo mondo era la nostra Isola che non c'è.

Poi, ne abbiamo già parlato, a un certo punto le cose sono cambiate. Navigare in intenet è diventata una cosa di vastissima diffusione e il moltiplicarsi dei social network (FaceBook su tutti) ecc. ecc. hanno radicalmente modificato le modalità di approccio dell'individuo al web. Tanto che internet, più di prima, costituisce oggi una specie di prolungamento della realtà. Non è un caso, per dire, che molti si connettano al web direttamente via smartphone, che usino più lo smartphone che un computer desktop o laptop. Perché internet, oggi, è diventato finalmente quello che doveva costituire all'inizio secondo i suoi ideatori, praticamente una estensione, un miglioramento di quello che era il sistema di comunicazione telefonico. Oltre che una immensa e sconfinata banca dati e di informazioni di tutti i generi.

Queste cose ce le siamo già dette. Però, quand'è che, esattamente, Internet è diventato anche il posto dove si danno i voti alle cose? Fateci caso. Qualunque cosa facciamo, dopo ci affrettiamo ad attribuire a questa un qualche voto online, a condividere con gli altri il nostro giudizio che, generalmente, va da una a cinque stellette. Sì, proprio come su DeBaser.

Siamo stati a mangiare al ristorante e ci siamo trovati malissimo? Tac, ecco che appioppiamo al ristorante una stelletta, magari due, se proprio non vogliamo essere cattivi. Diamo i voti ai film che guardiamo, ai libri che leggiamo e ovviamente ai dischi che ascoltiamo e facciamo delle classifiche, selezioniamo, diciamo a tutti quello che preferiamo. Compriamo qualche cosa su eBay oppure su amazon? Perfetto. Dopo ecco che diamo un voto al venditore e, poiché abbiamo comprato, ecco che alla fine anche il venditore ci dà un voto. Un voto che può essere pure un "voto di scambio" perché, per quanto la cosa possa apparire assurda, è chiaro che, se tu al venditore dai un voto basso, difficilmente questo dopo ti darà cinque stellette piene. Infine, la cosa potrà apparire scandalosa ai più benpensanti, ma, come diamo dei voti ai video su YouTube oppure su YouPorn, pare ci siano pure dei siti dedicati dove gli utenti attribuiscono delle stellette, sempre da uno a cinque, alle "lucciole" secondo dei criteri che variano dalle loro qualità fisiche alle loro performance e ai prezzi.

Non voglio parlare di moralità comunque. Il fatto è che la nostra esistenza è diventata una specie di gigantesco fantacalcio, dove, tuttavia, anziché essere solo dei "selezionatori" e quindi aspettare passivamente la pubblicazione delle pagelle da parte del quotidiano sportivo relativamente le prestazioni sportive dei nostri campioni, siamo invece allo stesso tempo protagonisti, spettatori e infine giudici. Come nella vita di tutti i giorni del resto. Di più, sembra quasi che dare i voti sia diventato più importante delle stesse esperienze; dare un voto, è lo scopo di tutto quello che facciamo, la motivazione ultima e principale.

A questo punto, tuttavia, perché non ipotizzare che, domani, i nostri profili "ufficiali" su di un gigantesco archivio governativo non possano essere accompagnati da delle stellette? Diamo delle stellette a tutto, a questo punto perché escludere che gli altri possano dare un voto da uno a cinque alla nostra persona. Del resto, è innegabile, se fosse data la possibilità di farlo, tutti darebbero senza neppure pensarci su solo un attimo un voto da uno a cinque ai loro amici, ai loro parenti, ai loro conoscenti e a tutte le persone con cui interagisc0no nella loro vita di tutti i giorni oppure in quella virtuale. Lo farebbero magari senza cattiveria e senza nessuna malizia, ma lo farebbero, pure solo semplicemente perché sarebbe data loro questa possibilità. E allora domani, di punto in bianco, potresti essere una persona da una stelletta e questo potrebbe fare curriculum, costituire una macchia nella tua esistenza. Potresti persino non trovare lavoro oppure nessuno potrebbe affittarti un appartamento, perché la tua vita, tu vali una cazzo di stelletta e valere una stelletta, nella società di domani, sarebbe lo stesso che non valere un soldo bucato.

Non lo so voi. Io comunque ho smesso di dare voti anche ai dischi oppure ai libri. Ho smesso perché ho pensato che, delle volte, dietro questi lavori, che questi lavori costituiscono un pezzo della vita di una persona, non sono semplicemente un servizio reso agli ascoltatori oppure ai lettori. Dietro, non sempre ma molto spesso, c'è molto altro, ci sono la vita di intere persone e come fai a dare un voto all'esistenza di una persona? Come puoi votare una persona e decidere che questa vale una, due, tre, quattro, cinque stellette. Quando parliamo di voti, quando mettiamo questi tutti assieme è evidente che la maggioranza possa, in alcuni casi addirittura debba necessariamente costituire la "verità". Ma questo, quello delle votazioni a un certo punto diviene invece qualche cosa fine a se stesso e autoreferenziale, che esuli da ogni principio di confronto e di interazione che sarebbe poi alla base del grande concetto di "rete".



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