Creta

“Credo di avere terminato l'età della post adolescenza lunga, sai? È un po' che affronto la vita con così tanta gioia che ho quasi il terrore del tempo che scorre”.
Si aggiusta il ciuffo spettinato, e con fare solenne riabbottona la camicetta.

La ragazza continua ad abbracciarsi le ginocchia, accarezzata dalla brezza tiepida. Assorta nello scrutare l'orizzonte bagnato dal mare chiede:

“Che bisogno c'era di tuffarsi? È l'una del mattino!”
“Senti, non so cosa mi è preso... mi sento una frenesia nelle vene! Sono felice di essere al mondo, ecco.”

Ancora mezzo bagnato Holden si siede di fianco alla ragazza. Le scocca un bacio sulla guancia, e la abbraccia. Appoggia la testa sulla sua spalla:

“Non condividi il mio entusiasmo? Mi sembra di avere bevuto; di essere ubriaco!”
“Dai, non starmi addosso... sei ancora bagnato. E se poi prendo un raffreddore?”
“Ci saranno almeno 30 gradi, amore! Non cominciare a fissarti!” le dice mentre le aggiusta una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

La ragazza accenna un sorriso. Si volta un attimo e continua a fissare quel lieve movimento di luce che riflette tra cielo e mare.

“Non mi è piaciuto tanto lo spettacolo. Un po' macabro, non trovi?”

Sul lungo mare avevano improvvisato una commedia drammatica. Terminava con un monologo in cui il protagonista tenendo in mano il suo cuore, tentava di essere divertente.

“Persy... era patetico. Non macabro! Ma sai una cosa? Mentre lo guardavo pensavo... quell'idiota non ha in mano un cuore! Ha in mano un pezzo di gomma che sembra un cuore.”
“Hai detto sembra, in corsivo?” ride Persy.
“Sì ho detto sembra! In corsivo” e le si avvicina al viso fino a sfiorarle il naso. Con aria trionfale e leggermente ebete continua, calcando ancora di più il corsivo:

“Sembrava! Ma dimmi un po': ti pare che abbiamo bisogno di qualcosa che sembra un cuore? O forse che un cuore, uno vero dico, non ce lo abbiamo già in petto? Batte come un martello!”
Persy ghigna nella penombra: “Siediti, dai. Che poi ti agiti troppo!”
“Ma che agito! Sono felice! Inebriato! Ti amo!”
“Davvero?” Lo guarda tra divertita e stupita.
“Ma sì lo sai...per una volta che non mi lamento!”
“Ti lamenti sempre!”
“Non oggi! Non adesso! Sono qui ed ora. Cavolo Persy...baciami dai!”

La sabbia sembrava un tappeto: soffice, compatta, calda. Pareva un abbraccio. Un rifugio. Ancora mezzo intorpidito Holden si stiracchia lasciando l'impronta sulla sabbia. Lo sciabordio del mare ritmava il tempo del risveglio. Ancora con gli occhi chiusi cerca il fianco di Persy; lo abbraccia e le si fa vicino.

Una corsa veloce, leggera, gli fa aprire gli occhi di colpo. Alla prima corsetta si uniscono altri passettini: leggeri leggeri. Una moltitudine ormai. Un coro cristallino, un mormorio, un singhiozzo flebile e acuto si pronuncia: “In piedi forza!” Un profilo esile, non più alto di un metro si oscura in controluce: “Cosa fate qui?” Persy con un sussulto si rizza a sedere e stropicciandosi ancora gli occhi: “Bambini, per favore...”

“No, hanno ragione. Forza! Siamo già invecchiati abbastanza su questa spiaggia avanti!”

Persy si alza e prende per mano Holden.



Immagine di copertina: "Night swimming" by Jesse Glenn



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