"Bravi!"
Non perché siano italiani o di Torino (il che coincide con la localizzazione del sottoscritto, pur se nel mio essere apolide ciò nulla conta), ma perché i Mainline meritano sinceramente di venire supportati, per valore musicale dimostrato e per capacità di scrittura sonora.
La band opera nell'ambito del metal di natura thrash, con alcuni ricordi metal-core "old style" (quasi con sfumature heavy/funky e quindi non vanno assolutamente confusi con la marea di neo adepti o trendisti delle ultime generazioni) e palesano una chiara propensione a dare un'interpretazione progressiva della materia, senza che ciò li porti a collocarsi nel prog (da intendersi come genere di appartenenza).
Tredici brani articolati, potenti, figli di ascolti che hanno negli interpreti più tecnici i loro referenti (penso a Cynic e Atheist, pur se qui la timbrica non è la stessa e rispetto ai primi risultano meno evidentemente orientati al jazz), carichi di groove, molto ben strutturati e altrettanto ben interpretati/suonati, sia nelle parti strumentali che vocali.
Disco di debutto da approvare.
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