Sotto il moniker Manitoba si cela un certo Dan Snaith, canadese con il gusto della musica elettronica. Il debutto "Start Breaking My Heart" del 2001 si era dipanato su linee ben risapute, e le affinità con Boards Of Canada e St. Germain non avevano di certo giovato per la sua originalità. In questo nuovo lavoro è invece sorprendente l'eccletticismo del "digitalizzatore" canadese che tratta la materia elettronica da un'ottica indie-rock, e associa grooves e sequenze di synth a melodie vocali e nebbioline reminescenti gli anni 80 perduti.

I due singoli che sembrano fatti apposta per solleticare la vanità degli indiepoppers con velleità elettroniche sono: "I've Lived on a dirty road all my life" (traccia1) e "Jacknuggeted" (traccia4). Il primo è un episodio protodance tra Dubstar e Chemical Brothers con una linea vocale/melodica accattivante quanto basta per renderlo cantabile, il secondo è caratterizzato da atmosfere da crepuscolo pop con chitarra acustica e voce triste inghiottita dagli effetti.

Certo, il vero tratto caratterizzante di Up in Flames restano le scelte ritmiche, che conferiscono coesione al lavoro; il genietto canadese si è infatti servito di due batteristi contemporaneamente, il che ha ricreato quel senso di "fuori tempo" ma solo apparente... Tutto perfetto anche se l'album potrebbe sembrare più una bella esercitazione del proprio talento che un disco di effettiva sostanza. Con Up In Flames si affonda le dita nel ventre tenero della migliore psichedelia recente e lontana,proponendo un convincente continuum di ritmiche indocili febbrili evanescenze plastic e roboanti folgorazioni.

Una danza nevrotico-tribale. Come se Jimi Hendrix e i Beatles si fossero trovati a suonare insieme ai Chemical Brothers tutti felicemente in acido. Semplicemente geniale. Merita le 5 stelle (a mio avviso è chiaro)....mi piace chi sa osare anche TROPPO!!! Ce lo si gode finchè si può.

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