Caro Giancarlo,
mi dispiace di non aver mai avuto la possibilità di conoscerti. Credo che sarebbe stato bello. Ieri ho visto il film che Marco Risi, il figlio di Dino, quello de "Il sorpasso", ti ha voluto dedicare e penso che sia stata una cosa buona perché temo che qualcuno ti abbia dimenticato o magari ti abbia ignorato. Chissà, forse perché nessuno ti ha mai ricordato come è stato fatto in questo film. Ti ha interpretato un giovane attore, davvero bravo, tale Libero De Rienzo. Un ragazzo che merita.
Rivedendoti tra le macerie di Torre Annunziata, dove facevi il giornalista abusivo per "Il Mattino", dove dimostravi amore eterno per quel lavoro che ti avrebbe ucciso senza nemmeno ringraziarti con un contratto arrivato troppo tardi, mi sono chiesto: "Ma ne è valsa la pena?"
Subito sono spuntate due scuole di pensiero. La prima, quella del no, ha fatto riflettere metà del mio cervello e mi ha fatto realizzare che in fondo di gente di merda come quella che ti ha eliminato, purtroppo ce n'è ancora. Ai tuoi tempi c'erano i Gionta, i Bardellino, i Nuvoletta. Oggi in evidenza ci sono i Casalesi, gli Scissionisti di Secondigliano. Politici locali corrotti che campano con le mazzette sporche di sangue ce ne sono ancora. Gare d'appalto truccate e controllate dalla camorra ce ne sono ancora e non solo a Torre Annunziata. Stragi come quelle al circolo dei pescatori ne sono state ancora fatte. Forse la situazione si è incancrenita oltremodo. Lo sai che ci stanno massacrando con i rifiuti tossici, con le ecoballe, gli inceneritori illegali. Ma tu e capit' né Giancà? Forse quando ci hai lasciati più soli, l'aria si poteva ancora respirare. Più o meno. Se dicevi la verità la camorra ti ammazzava e con l'eliminazione fisica dimostrava appunto che avevi detto cose vere. Come è successo a te. Forse la camorra aveva meno paura e non si poneva problemi.
La scuola del si, quella che ha fatto riflettere la metà rimasta mi ha fatto realizzare altro. Ci sta un ragazzo che si chiama Roberto, fa il giornalista come te ed in qualche modo ha seguito le tue orme. Uè Giancà lo dovevi vedere. Stò Roberto è andato a Casal di Principe e ha fatto un casino mai visto. Ha fatto nomi e cognomi proprio come te ed oltre ad averli gridati con rabbia e odio, li ha anche scritti su carta e li ha pubblicati tramite un libro che ha venduto un pozzo di copie. Li ha offesi davanti a tutti. Ti dirò altro Giancà. Ha pure osato di più ma non perché sia stato più coraggioso. Perché ha a disposizione più mezzi e perché è stato più fortunato di te ma è amato allo stesso modo. I tempi sono cambiati da quando sei andato via. Oggi c'è la rete che informa in un batter d'occhio milioni di persone. Forse la camorra ha paura e quando qualcuno dice la verità, magari non ammazza per tentare di far capire alla gente che stai dicendo fesserie. Però ti minaccia non rinnegando quindi lo status di gente di merda che è. Roberto, per quello che ha fatto vive sotto scorta. Tu una scorta non l'avevi e figurati se qualcuno si esponeva per dartela. Nessuno se ne fregava Giancà. La tua scorta era quella Citroen bizzarra con cui scorazzavi nel Bronx in cerca di notizie scottanti da pubblicare.
Sappi una cosa Giancà. Roberto ti ha reso omaggio e sta combattendo la stessa merda che combattevi tu raccogliendo le armi che avevi lasciato sul campo di battaglia in quella guerra persa nel 1985. Una penna, un taccuino, una macchina fotografica. In dotazione in più rispetto a te avrà un pc portatile, una pen-drive o un lettore mp3 ma questi sono dettagli futili. Giancà, stai tranquillo che nessuno ti ha dimenticato. Marco Risi ti ha ricordato con un bellissimo film. Roberto sta facendo il suo e noi, nel limite delle nostre possibilità e/o capacità, stiamo facendo il nostro. Te lo assicuro Giancà.
Grazie per l'esempio che hai lasciato ai posteri Giancà, Come te ci sono Roberto Saviano, Rosaria Capacchione, Lirio Abbate, Raffaele Cantone, Lorenzo Diana, hai voglia...
Ti abbraccio forte Giancà. Ciao.
Enbar77
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