Diciamoci la verità quando le troupe cinematografiche o televisive mettono piede in Sicilia nel 90% dei casi è per girare il solito film di mafia nella solita e unica ottica forze dell'ordine versus apparato mafioso e ormai ci siamo abbastanza stancati di questo.
"Mery per sempre" di Marco Risi invece si distacca da questo filone, puntando l'obiettivo sulla realtà giovanile siciliana che si trova a dover a fare i conti con una dilagante omertà e un'assenza di lavoro, che porta i ragazzi a delinquere e a mettersi nei guai, con uno società e uno Stato quasi assente nel loro ruolo di educatori morali e di coscienza.
Risi dipinge una Palermo spogliata di tutto e degradante, persino troppo, un pessimismo di fondo che accompagna la narrazione delle varie vicende di questi ragazzi costretti per motivi diversi a dover convinvere all'interno del carcare Malaspina del capoluogo siciliano. Un luogo poco accogliente a giudicare dagli interni nonché dalla violenza a tratti smisurata delle guardie carcerarie.
La critica ha parlato di neorealismo per sottolineare certi canoni stilistici ed espressivi che si rifanno al neorealismo italiano degli anni '40.
Tra le peculiarità della pellicola bisogna ricordare l'uso del dialetto siciliano accostato all'italiano, che dà quel tocco di folklore tutto particolare con il suo slang caratteristico, nonchè ad eccezione dell'interni carcerari le ambientazione autentiche dei luoghi del film.
Da ricordare inoltre che non abbiamo di fronte attori professionisti, ma i ragazzi sono stati presi dalla strada e provenienti da situazioni non facili. Nonostante ciò se la cavano abbastanza bene nella loro inesperienza, risultando abbastanza caratterizzati tra cui come non ricordare la celebre figura di Carmine Sperandeo (Francesco Benigno), il bulletto di turno, il capo e la mente che guida le azioni dei ragazzi dentro il Malaspina o l'introversione, il disadattamento di Claudio Catalano (Maurizio Prollo) una sorta di ultima ruota del carro all'interno del penitenziario o ancora la transessuale Mery (Alessandra Di Sanzo) tanto volgare a volte quando tenera e che desta compassione per la sua vicenda umana. Nonostante tutto c'è anche del tempo per della sana goliardia come dimostra il mitico King Kong celebre per le sue espressioni facciali stile cartone animato nonché per le sue spericolatezze.
Questi vengono affiancati due attori affermati tra cui Claudio Amendola (qui nella figura di un ragazzo bello e dannato) e Michele Placido, ottimo e da applausi nel ruolo di un professore venuto dal Nord, che nonostante la sua qualifica si accontenta di insegnare all'interno del carcere e che i ragazzi vedranno all'inizio con ostilità per il solo fatto di rappresentare lo Stato e la legge. Nonostante questo col tempo il vento in parte cambierà, e il docente che rappresenta la voglia di cambiamento e di democrazia, con le sue particolari lezioni riuscirà almeno in parte e con fatica a far ragionare i ragazzi. Sebbene probabilmente sarà difficile tornare indietro e liberarsi da una cultura sub-mafiosa che ormai ne condiziona pensieri e azioni e ne pervade l'animo.
Come dimostra l'immagine finale piena densa di significato, nonostante il destino avverso, nonostante le sofferenze, qualcosa ancora si può fare, nulla ancora è compromesso.
Ti possono spogliare di tutto ma non della speranza magari illusoria che il domani sarà un altro giorno. Nonostante a volta la realtà con qualcuno di questi ragazzi sia stata ben più crudele e drammatica di quella delle loro controparti cinematografiche.
"Io sarò sempre così, né uomo né donna, né carne né pesce, soltanto Mery, Mery per sempre"
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