Romanzo thriller con un inizio folgorante.
Il signor Geiger viene pagato per ottenere confessioni dai malcapitati che passano dalle sue grinfie.
Il suo è un metodo che non prevede spargimento di sangue, quasi mai.
Violenza psicologica e fisica per avere la giusta informazione.
Soprannome per gli addetti ai lavori, l'inquisitore.
Le prime 50 pagine trovano Geiger in azione. Il più delle volte la persona che deve 'trattare' è un delinquente che deve confessare un atroce delitto. Inizialmente è carnefice di un uomo che deve rivelare il luogo dove tiene nascosta la vittima che ha rapito.
E qui, toglietevi di sotto perché ne combina di tutti i colori. Sangue freddo, idee al limite del possibile, tenacia e capacità di intervento senza alcuna fretta.
Il lavoro procede bene fino a quando non chiedono di torturare un bambino. E qui inizia l'avventura vera e propria, un po' scontata con personaggi che non vengono analizzati a fondo malgrado le caratteristiche molto spiccate. Il bambino, l'amico con la sorella ritardata, il gruppo di assassini, il mafioso, Il torturatore sadico, lo psichiatra. Peccato che il tutto venga messo in un frullatore e ne esca un finale scontato.

Aggiungo alcuni dettagli didattici.
La chiesa autorizza l'utilizzo della tortura nel 1252 con papa Innocenzo IV. A partire da questa ufficialità, il metodo divenne sempre più raffinato. La storia dimostrava che se si avevano arnesi rudimentali come martello, sega, raspa e alcuni materiali di base come legno, corda e fuoco, non c'era bisogno di nulla di altro.
Alcuni metodi erano particolarmente efficaci.
La Sedia di Giuda era una sorta di sedile a forma di piramide dove veniva piazzata la vittima e appesa a delle corde.
La Vergine di Ferro era un sarcofago verticale dotato di chiodi e aperture, per inserire nel corso degli interrogatori oggetti appuntiti.
Qui mi fermo per evitare di alimentare i vostri incubi.
La mia prossima lettura una bella biografia musicale così smetto di rompere......

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