Siamo nel profondo sud degli USA negli anni'70, Alabama per la precisione, ma sembra di essere immersi nell'Europa dei primi del '900. Gli abitanti di una piccola città cercano di tirare avanti lavorando nella industria tessile locale che li sfrutta in barba ad ogni più elementare diritto sindacale. Una giovane operaia (Sally Field) e un sindacalista di New York (Rob Leibman) si mettono insieme per cercare di portare un po' più di diritti nella fabbrica, il cammino verso una qualità di vita migliore per la comunità sarà durissimo.

"Norma Rae" pone un concreto occhio osservatore su una piccola realtà sociale ai margini del colosso americano; gli USA vengono visti da una prospettiva totalmente diversa e lontana dai loro stereotipi più o meno abusati, in questo film si racconta la storia di una eroina nel quotidiano, di una figura femminile forte e decisa che cerca con tutta se stessa di cambiare un ordine sociale immobile da troppo tempo. "Norma Rae" non è una rivoluzionaria di sinistra, è una donna vera che affronta la vita ogni giorno subendone le ingiustizie, assaporando solo il gusto amaro delle sconfitte, ma non si lascia mai andare e con tenacia riesce a portare a casa piccoli ma fondamentali risultati. Siamo nel 1978 ma in Alabama i cambiamenti sociali conquistati in un secolo di battaglie sui diritti civili non sono mai arrivati, tutto è immobile, i neri sono discriminati, l'emancipazione femminile è lontana anni luce dal realizzarsi. Il film tocca questi temi e molti altri con sorprendente concretezza senza perdersi in pesanti e fuorvianti descrizioni dell'ambiente; 'Alabama è così, e allora per farla parlare e presentare basta catturarla nei suoi momenti di vita, il bar frequentato dagli operai, l'ozio dei vecchi rotto solo da commenti spregevoli nei confronti dei forestieri, la chiesa la domenica mattina. Questo è un film molto semplice ma anche molto diretto, sembra in molte parti di guardare un documentario, il regista riesce a usare le immagini come veicoli di emozione nel modo giusto e senza cedere mai nel banale ed essere troppo enfatico. Si può vedere anche nella figura di Norma una femminista, però bisogna fare attenzione che il termine "femminista" deve essere spogliato di tutte le sue connotazioni esuberanti e caricaturali, Norma si batte per tutti, uomini, donne e neri,"I neri non mi hanno mai dato problemi, quelli li ho avuti solo dai bianchi".

Martin Ritt ci riporta un'Alabama piena di tutti i suoi difetti, ma anche dei suoi ritmi lenti, del senso caldo e rassicurante dei rapporti famigliari, fa molto caldo nell'estate del '78 in cui la storia si svolge e l'afa è una compagna immancabile di queste persone. Sally Field ci regala una delle sue più intense interpretazioni (premiato con un meritato Oscar), il suo talento è notevole e riesce a dare al suo personaggio un'anima vera in tutti i suoi ruoli, operaia, sindacalista, mamma e compagna. Una figura quella di Norma Rae reale e emozionante, un'eroina vicina a tutti noi, protagonista di una storia semplicemente bellissima.

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