"Nothing is true, everything is permitted."
Questa deve essere la sola e unica regola che sta alla base della composizione di chi si prefigge quale obiettivo primario quello di riprodurre e inventare suoni nel contesto della sperimentazione e della libera improvvisazione. Lo scopo non è quello di creare una determinata tipologia sonora, ma di andare oltre, di non porsi limiti e vincoli e, per certi versi, di stare a vedere cosa ne scaturisce.
Esattamente ciò che hanno fatto, ognuno per conto proprio, Mats Gustafsson (Gastr Del Sol, Discaholic Anonymous, Peter Brotzmann Chicago Tentet, Zu, ecc. ) e Paolo Angeli. Il primo affidandosi esclusivamente a sax e basso; il secondo con chitarra sarda preparata. Diversi gli strumenti e diverso l'esito finale. Laddove il primo concepisce tre pezzi di destrutturazione rumorosa e annullamento isterico, il secondo modella un percorso musicale unico, tanto narrativo quanto espressivo, tra ambientazioni solari tiepide e paesaggi al tramonto.
Tra i due vi lascio Gustafsson e mi prendo Angeli (metaforicamente parlando, s'intende…).
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