PRIMO AMORE OVVERO L'AMORE NEL SUO ASPETTO PATOLOGICO:

- Desiderio di possesso per lui
- Senso di inadeguatezza per lei

Amore come rapporto di potere che si manifesta con la violenza psicologica di un partner sull'altro. Amore come incomunicabilità con i due amanti troppo soli ed egoisti per poter aiutarsi.

Vittorio è un orafo ma il suo lavoro non gli da grandi soddisfazioni, è in cura da uno psichiatra, è ossessionato dalla magrezza e non esiterà a sottoporre la sua compagna a prove insostenibili pur di ottenere il peso desiderato.
Sonia fa da modella per i quadri degli allievi di un'accademia d'arte; è già magra (emblematica la scena dove la ragazza riesce a nascondersi  dietro ad un piccolo tronco d'albero) ma ha una profonda disistima di sé, troppo insicura  per poter sostenere e aiutare Vittorio a sconfiggere la sua malattia preferirà annientarsi pur di accontentarlo.

Matteo Garrone al suo IV film realizza un opera sperimentale e alquanto originale nel panorama italiano.
Lascia che siano le immagini a raccontare la storia, lo fa caricandole di un  simbolismo fortissimo:

- l'oscurità delle grate alla finestra della casa di Vittorio, che tagliano la luce quasi a richiamare l'aspetto di una prigione
- il corpo di Sonia ridotto a materia che Vittorio manipola e trasforma proprio come fa con il suo oro, in fabbrica

Il Cinema di Garrone è di forte impatto emotivo, non è per nulla consolatorio, inquieta, disturba, fa riflettere lo spettatore, lo colpisce proprio nelle sue certezze ma perde di tono quando non sa evitare gli eccessi (Es. La scena del ristorante) per un film che sarebbe stato anche più forte senza il tragico finale. Resta comunque un opera tremendamente attuale in un epoca che paradossalmente e nonostante i progressi tecnologici, continua ad essere dominata dall'incomunicabilità.

Splendide le musiche della Banda Osiris.

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