MARI' MARIIIIIII... echeggia nel budello oscuro. Una macchina passa ma non sembra della zona. Anzi, viene da fuori. Le macchine che passano di qui appartengono al quartiere, sennò sono sbirri. Il mercato non si ferma e gli aghi graffiano la pelle indebolita.

Il sole non riesce a riscaldare questi palazzi. Questa volta sembra che il cielo sia limpido, non bruciato come l'erba appoggiata tra le fessure dei blocchi di travertino masticati dalle muffe. Si vede qualche parabolica che non paga nessuno. Si vive su un balcone e si muore su quello superiore. Migliaia di insetti scorrazzano indisturbati nel più fetido intestino della città. Nessuno osa avvicinarsi al mostro che dorme. Sigarette, siringhe e cavi elettrici volanti. Sorrisi forzati e scritte velleitarie sui muri scrostati dall'incuria. Magliette stese al sole freddo prevalentemente cinesi. Bruciano la pelle.

Mostro privo di anima ma brulicante di talpe oscure. Il bambino guarda l'obiettivo e bisogna ritenersi fortunati se conosce quel marchingegno stretto tra le mani del fotografo. Un altri in fondo piantona un punto di fuoco. L'urlo da mercato rionale è un avvertimento. Procedere con cautela ma non arrestare mai la catena di montaggio.

Quante finestre ci sono qui. Quanti occhi ciechi tentano di scrutare ugualmente quel sole che non produce alcun effetto. Le vele. Che neanche il vento riesce a spostarle, a cambiarle di rotta verso un'isola felice. Anni fa la dinamite fece cilecca. Ce ne vollero diverse cariche per azzoppare l'alligatore di cemento.

Cosa cerchi nelle rette convergenti di scale sbocconcellate dalla ruggine. Cosa trovi nei corridoi consumati dove si celebrano pochi matrimoni e troppi funerali. Attenzione che il velo potrebbe impigliarsi tra le viti superflue di un frigorifero in decomposizione. E quella volta che viene la polizia in borghese con la voce tuonante delle sirene occultate è preferibile accumularne un po' di questi frangiflutti di plastica e ferraglia.

La grazia di dio costa poco e va divisa equamente. E' indispensabile che la mescita venga eseguita da uno esperto. Se muore uno esterno si blocca tutto per almeno un mese tra poliziotti e gli ennesimi titoli sui giornali. Vai a chiamare un cadavere ambulante della zona. Usalo come cavia. Se muore lui non se ne accorge nessuno. Al massimo sarebbe morto artificialmente qualche giorno dopo e si sarebbe comunque confuso tra le bottiglie di plastica dimenticate sui pavimenti sconnessi.

Cosa può sperare un bambino con il padre in carcere. Arriva qualche soldo dall'esterno ma un futuro non si vede. Cosa può sperare un bambino con il padre ucciso. Ed una madre privata del figlio con una overdose di piombo. Quel piombo che si fonde con l'argento fino a trasformarsi in una pesante cornice che avvolge una foto ingrandita nella sala da pranzo.

Calibro 7 e 65, calibro 9, 22. Facciamo le prove sui vetri del corridoio. Tanto non ci passa nessuno. Non cancellare quella scritta a spray sul vetro. La deve vedere quella del quinto piano che me la devo sposare anche se è già incinta. Quando sarà mi devo girare tutti i piani di questo alveare. Un colabrodo irregolarmente forato. Asimmetrico. Qualche occhio è murato da blocchi di tufo. Altri sembrano chiusi ma ci vedono benissimo.

Non c'è nessun colore che distingue le forme. Tutto fumo. Tutto bruciato. Qua dentro la gente ci campa e mi chiedo come faccia. E' ovvio che l'interrogativo rimane inevaso. Qualcuno canta senza riuscire a dimenticare. A che servono gli alberi se sulle scale hanno dimenticato una carcassa vera. A che servono i fiori se un'altra carcassa sta morendo di tumore in uno dei tanti dedali avvelenati di questa giungla.

A che serve morire quando si nasce già morti...

Carico i commenti... con calma