I Mercenary nascono come band votata al death melodico agli inizi degli anni 90. Danesi di nascita, ma svedesi per vocazione, il loro stile ha un'evoluzione continua fino a "11 Dreams", l'album della svolta, nel quale la melodia inizia a svolgere un ruolo di primaria importanza. La metamorfosi si completa con l'allonamento dello storico bassista e vocalist (per quanto riguarda il cantato in growl) Kral e la realizzazione di "The Hours That Remains", che resta secondo il sottoscritto il loro apice artistico e che recensirò in seguito. Per ora meglio concentrarsi sul presente della band danese.

"The Architect Of Lies"  vede la luce nel marzo 2008, ed è la gradita conferma dei Mercenary come band di assoluto rilievo nel panorama metal europeo, nonchè come ensemble di assoluto spessore artistico. Creatisi una dimensione musicale che spazia dal power/prog al gothic senza dimenticare le proprie radici death metal, la band dei fratelli Sandager incide 10 tracce che sprigionano un'intensità musicale ed emozionale notevolissima.

La classe e la perizia tecnica non mancano di certo ai danesi, come si evince da tracce quale "Bloodsong", "The Black And Endless Never", "Embrace The Nothing" e "Isolation (The Loneliness In December)". Mentre le prime due giocano tutto sull'impatto sonoro e sulla tecnica, le ultime si basano sulle melodie che i chitarristi Martin Buus e Jakob Molbjerg e il tastierista Morten Sandager dimostrano di saper intrecciare sulle basi ritmiche precise ad opera del batterista Mike Park Nielsen e del bassista (e cantante in growl) Rene Pedersen.

L'alternaza tra clean vocal e growl tipica del death melodico è ovviamente presente in tutti i brani, ma non si cade quasi mai nella banlità o nel già sentito; basti ascoltare a tal proposito il ritornello dell'ottima "The Endless Fall", dove il growl e le clean vocals si sovrappongono fino a mescolarsi, creando un effetto davvero originale. Come già accennato, il growl è affidato a Rene Pedersen, e se ne può ammirare la smisurata potenza in tracce quali l'opener "New Desire" e "I Am Lies", dove viene spesso affiancato -ma non sovrastato- dalle clean vocal e dove si può notare l'importanza delle tastiere all'interno delle singole composizioni. Altro pezzo dove il buon Rene può dare libero sfogo alla sua ugola è "Execution Style", il brano più pesante dell'intero lavoro.

Ad occuparsi delle clean vocals c'è invece Mikkel Sandager, che merita un discorso a parte. Il singer danese è autore infatti di una prestazione maiuscola; lungo tutto il disco è possibile valutare il suo range vocale spaventoso, dagli acuti con i quali affianca i growl di Rene Pedersen, alle parti più rilassate dove può scendere un po' con la voce per diventare più teatrale ed interpretativo.

Un'ottima prova per i Mercenary, che confermano quanto di buono già fatto, e soprattutto portano avanti il loro sempre più personale discorso musicale. Disco consigliato agli amanti del death melodico e non solo, sono abbastanza sicuro che qualsiasi metallaro di larghe vedute saprà apprezzarlo.

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