Uno squarcio nella notte. No, più di uno squarcio. Tuoni, fulmini e saette e un fracasso allucinante. Poi si sente un poderoso tonfo. E ancora tuoni, fulmini e saette accompagnati da un vociare in una lingua straniera ed inquietante. Sono arrivati gli alieni. Il vetro della mia finestra è appannato, sono tutto avvolto nella mia morbida e calda coperta e sorseggio tutto infreddolito una tazza di tè al limone fumante.

Tento di scorgerli ma si saranno nascosti. Tenteranno di prelevarmi dalla mia casa dolce casa quando meno me lo aspetto.

L'ora del tè è inglesissima, una "All You Need Is Love" in sottofondo e siamo tutti contenti... Ma quando la testa ti scotta, fuori c'è una bufera pazzesca e vedi piccoli omini verdi la soundtrack perfetta è giapponese, molto japanoise. 

Così col naso rosso e lucido, gli occhi semichiusi e iniettati di sangue, i capelli unticci, il corpo in preda a brividi mi distendo sul divano, afferro il lettore mp3 (e allora? non li compro io i dischi di Merzbow! Sarà un genio ma mica lo centra sempre il vasetto lui eh!) e metto su la musica perfetta per rilassarsi un po'. "Merzbeat"! Mia madre mi si avvicina, mi tocca la fronte e constata che è più calda di prima. Mi porta il termometro e misura la temperatura. Nel frattempo, mentre il termometro ascellare aderisce alla perfezione e sta lì immobile la prima traccia parte più sparata che mai : è costituita da un wall of sound molto sensuale ed ipnotico, ripetitivo come il drone, intenso come certo metal e dal passo insolitamente 'danzereccio'. Non è la prima volta che sento il signor Masami Akita, in arte Merzbow (il guru giapponese del noise, e probabilmente il suo massimo esponente, anche e soprattutto a causa della quantità abnorme di dischi a suo carico), ma non mi era mai capitato di provare così gusto nell'udirlo operare quelle sue magiche ed aliene distorsioni. Solitamente, non me ne voglia Masami, ma se non c'è la giusta concentrazione, o forse il giusto stato d'animo, non riesco ad assaporare un suo intero disco.

La pecca che nella maggior parte dei casi invalida non poco i suoi lavori, infatti, è la prolissità. Stavolta notiamo, anche se con gli occhi piccoli piccoli e lucidi, che sul display del lettore mp3 le durate delle canzoni di Merzbeat non sono assurde. Siamo abbastanza nella norma e c'è persino una traccia più breve del solito (che poi si rivelerà in assoluto la più straniante ed emozionante di tutte).

A differenza del sottoscritto, un povero disgraziato, il signor Masami Akita non ha il tempo di stare disteso sul divano, avere l'influenza e delirare sulla tempesta che c'è là fuori...

Diremmo meglio che non ha il tempo di ammalarsi perchè il Reverendo del Noise è un iperproduttivo (la versione orientale di John Zorn, o Frank Zappa se preferite) e la quantità di casino prodotta ogni anno è tanto incalcolabile e dispersiva da far mettere le mani ai capelli persino a una persona metodica e precisa come il signor Scaruffi (che è comunque riuscito ad abbozzare una 'discografia fondamentale' dell'artista : lavoro ammirevole!).

La temperatura è salita considerevolmente e la testa scotta sempre più tanto che mia madre la vedo tutta strana : una visione psichedelica, confusa, acquosa... L'unico sintomo che non riscontro, per fortuna, è il mal di testa e la sua assenza mi permette di perdermi in queste dolci note dell'arcinoto harsh-noiser... Realizzo che stavolta Merzbow ha superato se stesso : questo disco suona fresco, quasi catchy per essere un disco di rumore più bianco dell'albume e... non stanca subito! Sento di poterlo assaporare senza che mi venga a noia dopo pochi secondi e questo è dovuto al fatto che Masami Akita non si è limitato a fare un lavoretto di ordinaria amministrazione : ha dato vita finalmente ad un'opera degna di essere ricordata più di tante altre sue. Gli innesti pulsanti e vivi di elettronica, ovviamente, ravvivano molto il materiale e lo rendono vario ed imprevedibile come la terza traccia Tadpole...

Quando sento Tadpole e la febbre è a quaranta, la nausea alle stelle, per qualche attimo riesco ad estraniarmi dal mondo. Vengo trascinato in una dimensione solitaria e assolata : intravedo un'oasi stupenda e ricca di vegetazione, viva e verdissima... ma preceduta da chilometri e chilometri di sabbia. Il caldo mi scortica e mi soffoca, l'onnipresente sole è come il loop alieno che ci ossessiona per tutta la canzone, il noise velato che cigola sotto è la strada caldissima e sabbiosa che mi separa dalla mia oasi... Non sono poi così distante dall'ora della mia catarsi e guarigione. Emergono però alcuni ostacoli, qualche noisy-frisbee (piccole schegge impazzite come beduini armati di scimitarra) che cerca di colpirmi. Io sono imperterrito e proseguo verso la mia salvezza non più proibita.

E quando giungo lì mi accolgono tanti piccoli omini verdi, mi danno un cocktail e mi rispediscono nel mondo reale. Oh beh, lì la cara mamma mi avrà dato qualche antibiotico impronunciabile e sento che tra poche ora sarò sano o che magari si abbasserà semplicemente la temperatura. Per certo so che durante i momenti di delirio influenzale le orecchie non si sono affatto annoiate, anzi sono diventate complici di due deliri contemporanemente (sonico e psichico) sino a fonderli per generare un trip unico e straniante... Come se fossi stato trascinato via dagli alieni per un esperimento fuori dalla norma e tutto grazie al corposo ed asfissiante (ma leggermente più 'easy-listening' degli altri lavori) avant-noise di Merzbow. Alla fine del lungo viaggio psichedelico e contorto a base di 'whitenoise orchestrale dalle tinte avanguardiste' sono finalmente tornato ma... vedo ancora deserti, beduini armati di scimitarre, oasi lontane e mucche volanti tappezzate di macchie verdi.

Temo proprio che l'effetto dell'antibiotico sia stato temporaneo. Il delirio ricomincia...

Elenco tracce e video

01   Promotion Man (08:58)

02   Forgotten Land (13:20)

03   Shadow Barbarian (Long mix) (11:49)

04   Tadpole (05:51)

05   Looping Jane (Beat mix) (08:26)

06   [silence] (00:04)

07   [silence] (00:04)

08   [silence] (00:04)

09   [silence] (00:04)

10   [silence] (00:04)

11   [silence] (00:04)

12   [silence] (00:04)

13   [silence] (00:04)

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15   [silence] (00:04)

16   [silence] (00:04)

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19   [silence] (00:04)

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59   [silence] (00:04)

60   [silence] (00:04)

61   [silence] (00:04)

62   [silence] (00:04)

63   [silence] (00:04)

64   [silence] (00:04)

65   [silence] (00:06)

66   Amlux (remixed by Jack Dangers) (2nd version) (08:17)

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