Un inizio più epico di Woodpecker No.1 per un disco non l'ho mai sentito in vita mia. Un assalto selvaggio a tutto quello che ritenete musica, che verrà lacerato e ridotto a brandelli di lì a poco. Brutal Depressive Trve Black Metla? Ridete con me.

Questo mostro è sicuramente il più grosso e pericoloso che sia mai uscito dal culo di mamma Merzbow. Fischi assordanti si attorcigliano su se stessi in spirali di dolore martoriate da fasulle, clippate percussioni che altro non sono che rumore. Rumore ovunque, che colpisce da destra per ricrearsi a sinistra e colpire più violento. Sempre più urlante. Come essere in un buco sulla superficie di Nettuno con i venti che camminano ad una velocità misurabile in quattro-cinque cifre. Non dite che non ci vorreste essere.

Non pensate di trovare una tregua, nemmeno tra un pezzo e l'altro. Come tutti i buoni pezzi Harsh, riproduzione senza pause e nessun fade out. E' da checche, su. Dunque, non avrete alcuna protezione fino alla fine dell'urticante Ultra Marine Blues (se dio vuole ancora più inenarrabile delle altre tracce). E dopo quegli undici minuti, raddoppiamo con Tokio Times Ten (che bella musica nei negozi di Tokio). E non pensate di aver finito. Vi manca ancora la famigerata Worms Plastic Earthbound, vero monolito di dolore, che fa sbiadire molti artisti ritenuti Harsh. Un mostro informe che si autoditrugge ogni secondo in vibrazioni cianuriche che sbriciolano il granito (avete muscoli nei timpani?). 25 minuti escorianti, e poi? Si va avanti. Merzbow vi vuole bene.

Se ve lo state ancora chiedendo, si, fa male.

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