Masami Akita, per gli amici (pochi, si suppone) Merzbow, deve avere una vita molto intensa. Mangia, dorme, si pettina i lunghissimi capelli lisci e fa rumore (non è detto che faccia rumore pettinandosi, ma potrebbe essere benissimo).
Viaggia da anni a una media di un disco al mese. Come direbbe un pastore sudtirolese: sticazzi.
Poli uguali si respingono, poli opposti si attraggono. Polli uguali si attraggono (tifosi della stessa squadra dello stesso merdosissimo calcio), polli opposti si respingono (tifosi di due squadre della stessa città). Folli uguali si attraggono, folli opposti pure. E così il buon (folle) John Zorn non ha resistito alla tentazione di rifinanziare un suo disco (per la sua etichetta Tzadik), a distanza di anni dalla prima volta.
Tre antipasti di classico noise del mastro storico del noise giapponese, et voilà, maxi portata di mezzora spaccatutto, timpanini (maschili e femminili)e timpanoni (solo maschili, of course)
Consigliato: a un nullafacente che voglia far credere a genitori e coinquilini di avere in casa un laboratorio metalmeccanico (i dischi di Merzbow di solito prevedono come primo violino una saldatrice, come secondo violino un lanciafiamme, come terzo un martello pneumatico)
Sconsigliato: a tutti i coinquilini, miei compresi (se la primogenita spinge il suo cd della Pausini oltre la terza traccia consecutiva entra in gioco la legittima difesa, me l'ha confermato il mio avvocato)
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