Mi pare sia da diverso tempo che da queste parti manca una goreview: forse un indice che il sito si sta un po'rammollendo, affogando in uno zuppone al latte, forse una benedizione dal cielo. Comunque sia, io ogni tanto di un po'di insano goregrind ho bisogno: è il principio del contrasto, che mi ricorda quanto sia pregevole la musica placida e curativa dopo che i miei timpani sono stati brutalizzati con un bisturi affilato. E allora andiamo.
Primo passo per valutare un album goregrind: la copertina. Quella di Apex Profane mi suscita il desiderio di un filetto tenerissimo al pepe verde, e questa è una buona cosa. Secondo passo: esaminare i danni fisici riportati. Nel goregrind la musica non è musica, è una scusa per picchiare senza pietà sul cranio dei malcapitati, per divorarli dall'interno, per ricordargli quella volta che nel sacco dell'umido si contorcevano i vermi. Se proprio vogliamo fare i precisini, Apex Profane è un album abbastanza vario in un genere monolitico, dove ai blast beat più feroci della storia si alternano di tanto in tanto sezioni up-tempo da headbanging; Carcass dappertutto, cantante che grugnisce come un maiale in fame chimica e talvolta fa i gargarismi con l'acido gastrico, secrezioni miasmatiche che colano copiose, creaturina (o chirurgo, boh) che all'inizio ravana. E i testi non chiedetemi nemmeno di leggerli perché voglio preservare la mia sanità mentale.
Adesso è meglio che non mangi per le prossime quattro ore. Materia affascinante l'anatomia patologica... BAPTISM IN BILE...
Alla prossima.
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