Quella che mi appresto a recensire è una colonna sonora, sì, ma, sorpresa, non si tratta della colonna sonora di un film, bensì di quella di un videogioco. Infatti Medal Of Honor Underground è un videogioco, forse un po' vecchiotto ormai, che uscì nel lontano 2000: il suo predecessore, Medal Of Honor, uscito nel 1999, ispirato a Salvate Il Soldato Ryan e curato dallo stesso Spielberg, è stato, oltre che un ottimo videogioco, uno dei primi giochi dotati di una vera e propria colonna sonora orchestrale, l'orchestra di Seattle in questo caso. I brani sono stati composti da Michael Giacchino, un compositore all'epoca misconosciuto, particolarmente influenzato dai lavori di John Williams (per chi non lo sapesse è il compositore delle colonne sonore di quasi tutti i film di Spielberg). Ho scelto però di parlarvi della colonna sonora del secondo capitolo dell'ormai lunga saga di videogiochi che è diventata Medal Of Honor, sottotitolato Underground, perchè a mio modesto parere qui Giacchino è riuscito a superare se stesso e il comunque eccelso lavoro precedente, aggiungendo alcuni strumenti "etnici" e un coro di bambini alle sue composizioni, creando qualcosa di assolutamente eccezionale.
Per tentare di farvi comprendere meglio la bellezza di questo lavoro, vi parlerò, mano a mano, del videogioco, che non tutti conosceranno, e di come si evolvono le varie vicende che Giacchino accompagna con la sua musica. A aprire il disco tocca a "May 10th, 1942", che racchiude in se i due "themes" principali che Giacchino userà per comporre la maggior parte dei brani successivi, e che quindi troverete citati molte volte. Un'apertura minacciosa e opprimente, una variazione del "Nazi Theme" del primo gioco, che rappresenta l'occupazione nazista della Francia sfocia nel "Manon Theme", il tema principale, che sta a rappresentare non solo il punto di vista di Manon, una partigiana francese, la protagonista del gioco, ma anche un punto di vista ben più grande, quello più nazionalista della Francia occupata, come in questo caso. Ma è con "The Streets of Paris" che inizia il gioco vero e proprio: è notte, nella Parigi occupata del 1942, e le strade sono battute da pattuglie della polizia nazista e della milizia francese collaborazionista. L'atmosfera è resa molto bene da note di archi molto basse, e la tensione appare quasi palpabile. Manon e il fratello Jacques tentano di rubare un camion di munizioni nascosto nel cortile dell'accademia musicale per aiutare i compagni della resistenza. Improvvisamente, in un finale inaspettato, la tensione creata dagli archi si rompe, l'orchestra esplode, e Manon assiste all'imboscata della polizia che darà la morte al fratello. Manon si ritrova sola, e fugge nelle catacombe: "Amongst the Dead" è un altro brano inquietante e lento, dove cori senza parole, campane e un suono molto "lugubre", fanno provare un senso claustrofobia, mentre Manon si inoltra, da sola, nel buio. Ritrovati in un piccolo paese i compagni della resistenza, Manon si ritrova con loro a combattere e a scappare, come topi, durante un rastrellamento, in "Fleeing the Catacombs", un brano stavolta molto movimentato, dove si mescolano il "Nazi Theme" e il "Manon Theme". Le vie di fuga vengono bloccate, e i partigiani vengono intrappolati e spinti dentro il paese dall'arrivo dei Panzer tedeschi. Anche questo brano ("Panzer Blockade"), come il precedente, è caratterizzato dall'alternanza di due theme, il "Manon Theme" e un theme che rappresenta l'irresistibile avanzata dei carri nazisti, allo stesso tempo maestosa e terrificante, in questo caso. Mesi dopo la vicenda ( nel frattempo Manon era riuscita a sfuggire al rastrellamento), l'O. S. S. , la vecchia CIA, la arruola come agente segreto ( è con questa scusa che gli sceneggiatori potranno passare da scenari cosi diversi tra loro nel corso del gioco).
Abbandonato il clima opprimente della Francia occupata, l'azione si sposta in Nord Africa, dove Manon viene inviata per sabotare un deposito di carburante della V armata Panzer, per favorire lo sbarco degli alleati in Tunisia. "The Road to Tobruk" è un brano molto lento, dove seguiamo Manon mentre si infiltra nel deposito sul retro di un camion e, travestita da fotografa nazista della propaganda, cerca una radio, per trasmettere alla flotta alleata la posizione del deposito. Vengono introdotte frasi alle quali sarà data maggior importanza e risalto nella successiva "Escape from Casablanca", un brano che non potrà non far pensare alle musiche di un film di "Indiana Jones", e che fà da sfondo alla fuga per gli assolati e stretti vicoli tunisini ( da notare l'introduzione di strumenti "etnici", come ad esempio le maracas e altri tipi particolari di percussioni, che rendono il tutto piuttosto "esotico"). Lo stesso schema ( brano lento per rappresentare l'infiltrazione, brano potente per rappresentare l'azione che segue) è seguito anche per la parte di gioco ambientata a Creta, in una sorta di omaggio a "I Cannoni di Navarone", un vecchio film di guerra degli anni 60. Di nuovo, nella lenta "Passage to Iraklion" Manon, travestita come in Nord Africa da fotografa della propaganda, raggiunge, sotto copertura, il suo obiettivo, che stavolta è il palazzo di Cnosso, dove sono nascosti dei cannoni tedeschi che sparano sulle navi alleate che transitano nella zona. E di nuovo, smascherata, Manon si ritrova a combattere, lungo i corridoi del palazzo stavolta, nel tentativo di raggiungere i cannoni, in un brano frenetico e dotato di una certa drammaticità, dominato come al solito dagli archi ("Labyrinth of the Minotaur")dove fa capolino, alle volte, il "Nazi Theme". Dalla Grecia la storia si sposta in Germania, dove stavolta Manon è incaricata di penetrare in un castello che Heinrich Himmler, il capo delle SS, fece ricostruire per dar sfogo alle sue manie medievali, il castello di Wewelsburg, dove erano celati molti segreti nazisti, tra i quali una tavola rotonda dove Himmler e i 12 generali delle SS più importanti del momento si riunivano in una sorta di rivistazione nazista di Camelot e dove i nazisti compivano i loro studi sulle origini della cosiddetta "razza ariana" con l'ausilio di una biblioteca di 12000 volumi. "Ascent to the Castle" è dominato dagli archi, e rappresenta bene la sensazione dell'occultismo e del mistero nascosti dietro a quelle porte mai aperte, col suo fare esitante e l'inserimento, alle volte, del "Nazi Theme". è secondo me col brano successivo che si raggiunge l'apice del lavoro: ancora l'azione si sposta, e stavolta il luogo prescelto è l'abbazia di Monte Cassino. "Last Rites", una marcia tragica, caratterizzata dai cori di voci bianche ( con piccoli accenni a quelli di Bach) e dai violoncelli, ci catapulta nei boschi devastati sotto l'abbazia. Il cielo è nero, mentre Manon avanza in un bosco di alberi decapitati dalle esplosioni. Giacchino stavolta rappresenta la guerra non più come una sorta di avventura a la "Indiana Jones", ma come qualcosa di tragico, e si ha un po' questa sensazione, ascoltando questo toccante brano.
Gli sceneggiatori, tanto per non essere assolutamente accurati storicamente a favore del dramma, fanno penetrare Manon nell'abbazia, dove dovrà liberare i piloti tenuti prigionieri li dentro, prima dell'alba, quando l'abbazia sarà rasa al suolo. "Battle of Monte Cassino" riprende come main theme la parte centrale di "Last Rites" e la velocizza, senza però perdere di drammaticità rispetto al brano precedente, ma riuscendo a dargli un certa enfasi e una certa pomposità, mentre il coro scandisce stavolta un "Fiat Lux", e il "Nazi Theme" cerca di contrastare il main theme del brano. "The Motorcycle Escape" è a mio parere un'altro tra i brani più riusciti. Manon, tornata in Francia, fugge su un sidecar, come in un film d'azione, dopo aver distrutto un impianto di V1; il brano si può dividere in tre parti: nella prima, dapprima piano, furtivamente, ma con una certa velocità, viene data un'idea del tema principale, salvo sfociare nel solito "Nazi Theme". La seconda parte introdotta dai tamburi riprende la prima arricchendola, ripetendo lo stesso schema, per concludersi in un crescendo, dopo il quale inizierà la terza parte, ancora più ricca che si concluderà con una versione trionfale del "Manon theme", lasciando l'ascoltatore assolutamente senza fiato. Ormai siamo giunti alla fine, Manon è tornata a casa per combattere strada per strada e casa per casa insieme ai parigini per liberare la sua città. "Returning in Paris" alterna parti potenti e enfatiche a parti più lente e esitanti, in continui crescendo e diminuendo. "Beneath the City", il finale, che vede Manon impegnata in una corsa contro il tempo per fermare la VIII squadra demolizioni delle SS prima che riesca a arrivare a Parigi nella metropolitana, è un brano molto veloce dove sul finale giunge, parecchio velocizzato, il "Manon Theme". A tutto questo si aggiunge una sorta di extra, "Each Night He Came Home To Me", cantata da Bettina Spier, una canzone che riprende le vecchie canzoni degli anni '40 di Marlene Dietrich, e che appare nel gioco durante gli ultimi scontri a Parigi, cantata in tedesco. Potete ascoltare questa versione ("Er lasst mich niemals allein"), che è presente nel cd, con tanto di tipico fruscio da grammofono e presentatore tedesco.
Giunto alla fine di questa recensione, non posso che riassumermi, e consigliarvi l'acquisto, sia che abbiate il videogioco, sia che no; se volete ascoltare una colonna sonora orchestrale al livello di quelle, ormai leggendarie, di John Williams questo è il disco che fa per voi
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