Al terzo tentativo in solitaria (dopo le ormai datate esperienze con The Little Flames e The Rascals, senza contare l'arcinoto progetto The Last Shadow Puppets con il ben più in vista Alex Turner), Miles Kane fa centro pieno e confeziona il suo miglior lavoro tra i tre già pubblicati .

"Coup De Grace" (Kane l'ha battezzato così ispirandosi ad una mossa del suo wrestler preferito Finn Balor, che compare anche nel videoclip del singolo "Cry On My Guitar") nasce da una lavorazione molto travagliata, interrotta da due importanti stop: il primo è stato nel 2015, quando l'amico Alex l'ha richiamato alle armi per registrare il secondo disco del side project sopracitato. Il secondo, invece, è derivato da un pesante "blocco dello scrittore" in seguito alla chiusura di un'importante storia d'amore (tanto da aver spinto il cantautore a definire questo nuovo disco il suo "break-up album in stile Adele").

E' servito l'incontro con un altro cantautore inglese, Jamie T, per far scoccare di nuovo la scintilla e far sì che Kane ripartisse a spron battuto. Con il nuovo partner di scrittura che co-firma sette dei dieci pezzi in scaletta, il progetto riparte ed arriva a compimento grazie all'aiuto di altri amici (i componenti dei Mini Mansions Zach Dawes e Tyler Parkford, Loren Humphrey dei Guards e addirittura Lana Del Rey, co-autrice del lead single "Loaded").

Per quanti si tratti di un dichiarato break-up album, il tono dei pezzi non è affatto dimesso o rasegnato; anzi, siamo di fronte al più rockeggiante dei tre dischi sinora proposti dal buon Miles. I pezzi più tirati sono molto aggressivi e frullano insieme Buzzcocks, The Libertines, e i primissimi Supergrass, in un vortice di chitarre taglienti e ritmi serratissimi ("Too Little Too Late", "Cold Light Of Day", "Silverscreen" – quasi stoner - , "The Wrong Side Of Life" – originale e blueseggiante - , "Something To Rely On"). I ritmi rallentano solo nella languida "Killing The Joke", che recupera gli ingiustamente dimenticati Oasis di "Standing On The Shoulder Of Giants", e nei delicati rintocchi di piano della chiusura "Shavambacu", mentre il gioco delle citazioni negli altri pezzi si fa divertente e sapientemente dosato (Marc Bolan nella strepitosa "Cry On My Guitar", gli ultimi Red Hot Chili Peppers nel succitato singolo "Loaded", un Bowie strafatto di funky nella bella titletrack).

Laddove Turner con l'ultimo disco dei suoi Monkeys si è divertito a citare il passato per guardare al futuro, Kane si ferma alla prima fase e gioca alla rockstar con un piglio ed un talento davvero coinvolgenti. Cita senza scimmiottare, ma facendo proprie le caratteristiche di ogni singolo pezzo, andando a creare un disco azzeccato, fresco e compiuto.

Una delle grandi sorprese di questa annata.

Traccia migliore: Coup De Grace

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