Quest'album, per chi sia un appassionato di certe sonorità e non sia vissuto su Marte negli ultimi 7\8 anni, rappresenta più che un capolavoro, bensì un classico. Una produzione perfetta ma non per questo "patinata" (Devin Townsend), un gruppo di musicisti in stato di grazia e una manciata di canzoni da brivido di solito bastano per produrre qualcosa di veramente valido, ma qui c'è qualcosa di più, qualcosa di impalpabile, di immanente.

Questo disco nasce infatti da una tragedia, un'esperienza di perdita e di dolore, quello vero. Jordan Wodehouse e Daniel Langlois erano grandi amici della (ora ex) voce del gruppo, Jesse Zarkasa, e una sera, mentre si dirigevano ad un concerto del suo precedente gruppo, i Compromise, un ubriaco li investe ed è festa finita. Jordan e Daniel finiscono ammazzati.
Nasce così "Of Malice and The Magnum Heart", nascono così i Misery Signals.
Basta leggere i titoli per capire di che pasta sono fatti i testi dell'album, "Of account of an absence", "The Year Summer Ended in June", "Murder", mentre non basta ascoltare quest'album dozzine di volte per esserne sazi. Su Sputnikmusic.com è scritto "if you have the cd on repeat it will fade into the first track. Proving that this cd will never end." ed è proprio così. Questo CD non finisce mai, ti entra dentro.
Non ascoltarlo significa commettere un crimine tanto grande quanto quello che lo ha reso possibile.

.."and I swear I'd give up the whole thing up for you..."...

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