"È come se George Clinton e i Kraftwerk fossero bloccati in un ascensore con solo un sequencer a far loro compagnia"
Con queste parole Derrick May, in un'intervista del 1988, diede una cristallina definizione di "musica techno". Ogni tentativo di semplificare al minimo i confini di questo genere travierebbero, però, qualsiasi possibilità di prender coscienza di quanto questo nuovo approccio abbia influenzato e segnato tanta produzione a venire. Tanto in fase di composizione, quanto nell'esecuzione live. Se si volesse trovare un momento seminale e, soprattutto, un protagonista per questa storia, potremmo focalizzarci su un adolescente Juan Atkins nel 1978. Fino a quel momento innamorato dei Parliament e dei ritmi funk, si trova per la prima volta tra le mani uno strumento a lui sconosciuto. Quel sintetizzatore, che lo porterà in breve ad un amore viscerale per Giorgio Moroder e i Kraftwerk, produceva suoni degni di un imponente atterraggio UFO. Trascinando verso questa nuova passione il più anziano Richard Davis, fonderà con lui i Cybotron e riuscirà nel 1982 a registrare Enter, album ancora lontano da quello che avverrà in seguito, ancora ancorato ai canoni della new wave e alle influenze di gruppi come Ultravox e personaggi come Ryuichi Sakamoto. Nonostante ciò, i primi indizi di quanto farà la techno in futuro ci sono tutti: "Clear" è un esempio lampante di anticipo sui tempi, quasi disarmante se si contestualizza la produzione dei due. La Detroit di quegli anni comincia ad ospitare lo Zeitgeist della inarrestabile rivoluzione elettronica. Trasmettendo questo vigore e questa voglia di sperimentare agli amici Derrick May e Kevin Saunderson, diventa per loro un vero e proprio mentore. Forte di questo legame abbandona la collaborazione con Davis e fonda, nel 1985, l'etichetta Metroplex, inaugurandola con il singolo "No UFO's" a nome Model 500 (nome sotto cui si cela la triade Atkins-May-Saunderson). Con questa uscita Atkins progettava di ricoprire le spese dell'etichetta, non immaginando il boom di vendite che avrebbe portato il suo nome ben al di fuori della scena di Detroit.
"No UFO's" segna l'inizio della musica techno, dando grossa risonanza alla scena di Detroit. Propria di questi anni è la rivalità con la vicina Chicago, patria di quella che in futuro verrà etichettata come House. Ad esser onesti le differenze tra la techno di Detroit e la House di Chicago risiedono più nell'approccio che nello stile musicale: più legata al campionamento e al frequente uso di taglia e incolla da altri brani la scena che deve il nome al Warehouse di Chicago, più interessata alle possibilità dei nuovi ritrovati della tecnologia in musica la scena detta, appunto, techno. Sulla scia del crescente successo, Atkins diventa il guru di questa scena musicale sfornando negli ottanta una serie di singoli che segneranno indelebilmente la storia della techno e della musica elettronica in toto.
"Classics", uscito nel 1993, raccoglie quanto fatto dal nostro nella seconda metà degli ottanta a nome Model 500. In parole povere: l'atto di nascita della techno. Partendo proprio dalla seminale "No UFO's" fino ad arrivare alla straniante "Sound of Stereo" del 1987, questa raccolta assume di diritto il titolo di documentario storico, contenendo tra i suoi solchi quella fusione di calore e schemi algidi propria del genio di Atkins. Si provi a seguire il basso di "The Chase" tagliato trasversalmente da pad e synth; il risultato che ne deriva vale un'intera carriera. A dimostrazione che quanto fatto in quegli anni dai tre sia avanti anni luce in ambito elettronico si potrebbe riportare l'esempio di "Nightdrive". Il brano, datato 1985, sorprende già nel suo incipit: una cassa sincopata che scaglia contro l'ascoltatore un suono alieno, freddo ed al contempo seducente: una vera e propria perla nella produzione dei Model 500. I nove brani andrebbero citati uno per uno ("Ocean to Ocean" è la prova concreta che molte nuove leve non hanno inventato nulla) tanto grande è l'influsso che ebbero su quanto avverrà tra gli ottanta e i novanta: Madchester e l'Hacienda, i primi rave, l'introduzione di strumentazione elettronica anche in formazioni più tradizionali, l'arco di band che va dai Primal Scream ai Prodigy….
Grazie all'operato di questi tre pionieri molto è cambiato nel modo di concepire la composizione, la registrazione, l'esecuzione e, persino, la riproduzione di brani musicali. Posizionabile su un sentiero che da Stockhausen arriva ai Daft Punk, passando per i Kraftwerk e i Moroder di rito, Atkins si è rivelato una delle menti più influenti della rivoluzione digitale, consegnando alla storia della musica una delle sue pagine più felici. Time, Space, Transmat.
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