Album molto particolare...come del resto lo è la band che l'ha fatto..."The Moon and Antarctica" è un piccolo gioiellino, che come ogni disco che si rispetti ti fa viaggiare, ti fa sognare...la particolarità di questo album è che il viaggio te lo fa fare nello spazio, eh sì perche sin dalle prime tracce dell'album i Modest Mouse ti assorbono con le loro tristi, rabbiose, sfuocate atmosfere e ti proiettano nello spazio infinito...ogni nota ti porta sempre piu lontano dalla terra, talvolta la nota è aspra e forte e vieni sbalzato via, talvolta la nota è dolce e leggera e vieni cullato lontano.

Tutto inizia con "3rd Planet" stupenda canzone dove la quiete si alterna con rabbia...si va avanti e incontriamo "Perfect Disguise" grazie a questo pezzo è ufficialmente iniziato il nostro viaggio: un minuto di dolce chitarra e poi finalmente la sua ipnotica voce entra e ci accarezza fino alla fine di questa canzone. Una delle tracce piu belle la troviamo al settimo posto, si tratta di "The Cold Part" probabilmente la più magica e dolce canzone dell'album, che ci porta in posti desolati e malinconici e ci consegna alla disperazione della piu rabbiosa ed energica "Alone Down There" si tratta proprio di un grido disperato: I don't want you to be alone down there /to be alone down there/to be alone.

Passato questo burrascoso momento si ritorna alla tranquillità, "Wild Packs Family Dogs" semplice quanto bella questa canzone country ritmata da una ottima chitarra classica ed una triste armonica sembra un pezzo spensierato ma poi ci si ripensa subito ascoltando bene il testo...ecco che arriva un'altro capolavoro questa volta si chiama "Paper Thin Walls" Isaac in preda alla follia strilla e urla chiedendo un po' di attenzione, probabilmente la copertina si ispira a questa canzone. La canzone successiva si chiama "I Came As a Rat" qui la voce di Isaac giunge come quella di un profeta e si intreccia perfettamente con la sincopata chitarra...altre tre canzoni e il viaggio è finito...quando l'ultimo pezzo finisce vieni rispedito in fretta nella realtà quotidiana e senti un pò la mancanza dello spazio...eccome se la senti.

Indecisissimo fino alla fine tra il quattro e il cinque ho scelto il primo in quanto alcune tracce (veramente poche) non mi hanno molto convinto...

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