I Messicani più cattivi e sboccati del mondo! Con i loro testi corrosivi e la loro musica esplosiva! Che io sappia, questo è il primo disco della band, ma è già un capolavoro! I Molotov sono forse il gruppo più originale fra quelli che tentano una sintesi tra hard rock e hip hop. Se avete in mente duetti fra Aerosmith e Run DMC, dischi dei Rage Against The Machine o una mezza dozzina di gruppi Nu metal, beh, allora siete fuori strada! Ma parecchio eh! I Molotov cantano storie di spacciatori, puttane e ladri, ma non come quegli idioti dei rapper americani: il trucido, il violento, il rozzo, il marcio vengono narrati con una vitalità tale che l'amara vita di strada diventa un miscuglio di colori. I Molotov sono così, politicamente scorretti, che di più non si può! E così può anche capitare che in una canzone il tizio di turno imprechi perchè si è ammalato andando con una prostituta, ma può anche capitare che il tizio in questione urli la sua rabbia al mondo o che la gente del "ghetto" rivendichi una sua dignità.
La provocazione è consuetudine per i Molotov (del resto guarda che nome che hanno!) e ancora ricordo con piacere il bellissimo videoclip di Rastaman-Dita, video che non vedremo mai su una tv musicale se non in tarda notte (eccesso di nudità). E per quanto riguarda la musica? La musica è, a grandi linee, un rap molto aggressivo innestato su una base hard rock (a volte prossima al metal) dominata da una chitarra che può ricordare il migliore Tom Morello in qualche punto, ma che risente di influenze latin alla Santana che la rendono speciale. Numerosi gli intermezzi acustici (amanti della chitarra classica, incredibile eh?) che si rifanno soprattutto alla musica popolare. L'hip hop non entra in gioco solo nello stile del cantato, infatti un uomo in consolle si preoccupa di distribuire scratch e basi elettroniche qualora la situazione lo richiedesse (in realtà in questo disco gli interventi di questo tipo sono molto limitati).
"Molotov Cocktail Party" è uno dei numerosi brani scritti in inglese (la maggior parte però è in spagnolo) ed è strutturato attorno ad un paio di riff che ai Rage Against The Machine non sarebbero dispiaciuti (grazie, sono migliori di quelli che fanno loro!). Un pezzo grintoso che cattura l'ascoltatore. Carino soprattutto l'urletto collettivo che chiude il ritornelo (con stonatura da osteria). In un frammento (ma proprio un frammento eh!) richiamano alla mente anche i Beastie Boys. Sorvoliamo sui sofisticati turpiloqui della banda. Un altro brano memorabile è "Voto latino", con percussioni che ricordano l'album "3" di Santana e una chitarra molto latin che gioca con gli altri strumenti. A ricordare Santana ci sono anche i fraseggi dell'organo. Anche qui la melodia è molto allegra, soprattutto nell'intermezzo strumentale posto a quasi due minuti dall'inizio del brano (una melodia perfetta per una "fiesta" messicana). Come in altri brani, anche qui si tocca, sebbene di striscio, il problema della discriminazione razziale e dell'identità culturale dei popoli. "Chinga Tu madre" è un altro brano un po' scurrile, anche questo molto energico e trascinante. Ma il punto più alto del disco è la struggente "Gimme The Power": chitarre che ricordano certa musica cubana di vecchia data, cori impregnati di tristezza e rabbia, e un testo che è a dir poco meraviglioso:
"La Policia te esta extorcionando (dinero) pero ellos viven de lo que tu estas pagando y si te tratan como a un delincuente (ladrón) no es tu culpa, dale gracias al regente hay que arrancar el problema de raiz (aha) y cambiar al gobierno de nuestro país a la gente que esta en la burocracia a esa gente que le gustan las migajas yo por eso me quejo y me quejo porque aqui es donde vivo y yo ya no soy un pendejo que no wachas los puestos del gobierno hay personas que se estan enriqueciendo gente que vive en la pobreza nadie hace nada porque a nadie le interesas la gente de arriba te detesta, hay más gente que quiere que caigan sus cabezas si le das mas poder al poder mas duro te van a venir a cojer porque fuimos potencia mundial somos pobres nos manejan mal dame dame dame dame todo el power para que te demos en la madre gimme gimme gimme gimme todo el poder so i can come around to joder. . . "
E la canzone continua sullo stesso tono fino ad esplodere nel grido "el pueblo unido jamás será vencido". Provare per credere. "Mas vale cholo" è un altro stupendo pezzo con riff travolgenti e parti vocali folli, ma è "Use It Or Lose It" che stupisce per come si distacca dagli altri pezzi. Inizialmente la melodia ricorda un po' i Crazy Town ma poi si trasforma in una schitarrata alla Specials vincolata però ai ritmi dei Molotov (con ensemble d'ottoni alla messicana sullo sfondo e con una percussione cromatica che però non ho ben identificato). Verso al fine c'è spazio anche per una divagazione ledzeppeliniana. Un altro brano da segnalare è "¿Porqué no te haces para allá?. . . ál Mas Allá", sorretta da un roccioso riff di basso e ricamata dal solito scratch e dalle voci dei nostri, che non se la sentono mai di cantare uno alla volta. Ad ogni modo qui si sfiorano sonorità metal.
So che molti di voi odiano le "liste della spesa", ed infatti ho descritto solo i brani più interessanti: ne ho lasciati fuori ben 5 ugualmente meritevoli. So anche che molti di voi odiano le recensioni lunghe. . beh, nessuno è perfetto! La recensione è stata scritta seguendo l'entusiasmo del momento, non è stata studiata nemmeno un po', quindi mi scuso se la sintassi dovesse risultare un po' contorta o se il testo non dovesse essere fluido e scorrevole. Potrebbero anche esserci vari errori di battitura, perdonatemi!
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