Monade è, praticamente, Laetitia Sadier, la parte femminile e francofona degli Stereolab.
Il nuovo disco "solista" rispetto a Socialisme ou Barbarie è decisamente qualche passo più vicino alla produzione del gruppo d'origine, tornano quindi le fresche progressioni melodiche quasi psichedeliche e così sixties, fanno bella mostra di sè i fiati, tappeti di tastiere e le chitarre dal tipico stereolabico suono. Stavolta, però, non si parte per una lunga cavalcata per spazi siderali al quale "the groop" ci aveva abituato, anzi. Questo disco è, infatti, un'opera in qualche maniera intima, disegnata con un pennello preciso ma dal tratto essenziale e da invadenti colori pastello: ci piace immaginare Laetitia sdraiata, come nella celeberrima locandina, mentre David Hemmings la prende fotograficamente (ah, potessi scrivere questo passaggio in francese o in inglese!) come in una impossibile scena tagliata di Blow Up.
Il disco: da segnalare "2 Portes 7 Sept Fenetres" che comincia come un lento (non si usa più questo termine, nevvero?) e poi diventa una sorta di brano lounge intimista grazie ad un cambio di tempo e all'inserimento di una perfetta percussioncina bossata. Il singolo (?) è "La salles des pas perdus": è il perfetto (scontato?) pop single in stile stereolab dove l'ineffabile voce di Laetitia si immerge tra piccole cavalcate di tastierine ed una chitarra iniziale che mi ha ricordato, chissa perchè, i CSI. "Pas Toujours, Encore" è una lovesong che tutti, ma proprio tutti, dovrebbero volersi far dedicare. "Becoming" è forse la perla melodica del disco dove Laetitia prima si lancia in vocalizzi scientemente disattenti e un po' stonati e poi chiude il brano con toni dimessi come ad attendere un'esplosione del brano che però non verrà...
Una ottima novità: è tremendamente meglio registrato rispetto al precedente "Socialisme Ou Barbarie". Di questo disco ho amato la brevità e l'esser così simile ad un'opera degli Stereolab, quindi un ottimo acquisto per entrare nel loro mondo o un disco for fans only...
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