Eccomi tornare nei panni di de-recensitrice dopo poco più di due mesetti dalla mia ultima rece. E torno per recensire un disco che da febbraio a questa parte staziona fisso nel mio lettore. Perchè allora fino ad adesso sono stata presa da dubbi di amletica memoria? Lo recensisco, non lo recensisco, questo è il problema! Scherzi a parte, il fatto è che ho di fronte un cd che mi piace, mi entusiasma, mi rilassa, mi emoziona eppure..  eppure cosa so dei Morcheeba? Poco. E questo perchè prima del 2000 neanche li conoscevo e dopo li ho sempre snobbati, un po' fuorviata da "Rome wasn't built in a day", tormentone da dimenticare di un'estate da ricordare! Non so nemmeno per quale motivo mi sono convinta che fossero un gruppo sforna-tormentoni-estivi-pallosi-con video ridicolo. E con questa idea ho iniziato ad ascoltare questo best. L'opinione poi è cambiata ma la questione di fondo rimane: chi sono i Morcheeba?

Proprio questo best torna utile per ripercorrere la loro storia e farsi un'idea generale del loro percorso musicale. Innanzitutto, una domanda che forse avrà attraversato la mente di molti ma che per quanto mi riguarda non trova risposta: ma cosa vuol dire Morcheeba??! Ho saccheggiato tutte le mie conoscenze linguistiche ma proprio non ne ho la più pallida idea (se qualcuno lo sa e fosse così gentile da comunicarmelo, gliene sarei grata). Detto questo, i Morcheeba sono stati a lungo composti da Paul e Ross Godfrey (due fratelli paciocconi originari di Folkestone) e Shirley Klarisse Yonavive Edwards (ovvero Skye. . per fortuna che ha ridotto il nome se no ai concerti ora che annuciavano il suo nome, la gente era già tornata a casa!). L'avventura "Morcheeba" inizia nel lontano 1995 quando i tre si incontrano ad una festa. Dalla somma e commistione delle loro diverse influenze musicali (hip-hop, blues, rock) nasce uno stile particolare, non assimilabile al bristol sound alla Massive Attack (con cui in effetti hanno in comune solo l'uso dell'elettronica e alcune atmosfere) ma nemmeno semplice pop da classifica. Nascono così i primi successi raccolti nel loro primo album, "Who can you trust", gran belle canzoni come "Trigger Hippie" e "Tape Loop". In totale questo best, pubblicato nel 2003, contiene 18 tracce, dai primissimi successi agli inediti "What's your name" (la prima domanda inglese che si impara alle elementari dietro la quale si nasconde una movimentata e allegra canzone in collaborazione con Daddy Kane) e "Can't stand it" che personalmente trovo piuttosto insipida. Impossibile non citare anche canzoni contenute in "Big Calm", album del 1998 che solo ieri è entrato a far parte della mia collezione. Di questo album nel best troviamo ben 5 canzoni. Ci terrei a nominare soprattutto "The Sea", dedicata ad Hythe, luogo dove Paul è nato, "Let me see", recentemente usata per una pubblicità a conferma del grande appeal di alcune delle loro canzoni (non so voi, ma io, senza avere la minima idea nè del titolo nè degli autori, la canticchiavo in giro per casa... vi lascio immaginare la sorpesa quando l'ho scoperta per caso in questo cd!) e last but not least "Blindfold", canzone che semplicemente adoro, canzone su cui potrei scrivere un libro. Ha contribuito a farmi uscire da un periodo in cui vedevo tutto nero perchè, sarà la solare voce di Skye, saranno questi violini meravigliosi protagonisti del passaggio da strofa a ritornello, sarà che mi sono realmente "affezionata" a questa canzone ma mi bastava metterla nel lettore per sentirmi già meglio, dimenticare per almeno 4 minuti e 38 tutti i miei problemi e tornare a sorridere. Potere della musica! 

Prima di concludere vorrei ancora citare "Be yourself" dal ritornello contagioso e orecchiabile e il duetto di Skye con il cantante folk Kurt Wagner "What New York couples fight about", sei minuti in cui la voce soave di Skye fa da contraltare alla voce un po' stanca, a tratti indolente, di Wagner. Insomma, un gran bel cd, a tratti non proprio facile con episodi come "Moog Island" e "Never An Easy Way" che per quanto siano pregevoli sono tutt'altro che orecchiabili. Un cd che, comunque, consiglio a chi non sa molto dei Morcheeba e vuole farsi un'idea generale di questa band che ha avuto la capacità di mescolare vari generi e innovare continuamente il loro stile attraverso nuove ricerche e sfide. Tutto sta nel vedere se a dieci anni dalla loro formazione, dopo l'abbandono di Skye e dopo il risultato abbastanza modesto di "The Antidote" saranno ancora in grado di innovarsi. Ai posteri l'ardua sentenza.

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