Ho qui tra le mani un libricino -ino -ino, di appena 150 pagine, che fa sbellicare dalle risate. Io l'ho letto tutto d'un fiato, e mi sono capottato dal ridere. Solo che l'autore non pensava ad un libro comico, ma ad un qualcosa di serio, solo che è talmente involontariamente comico che (quasi) non ci si crede. Già il titolo, "Vasco per Maestro" (sì, e Peppino Di Capri come bidello, ma per piacere). E' del 2011, è ancora in commercio. Incredibile. Andiamo per ordine.
L'autore è un tale Moreno Pisto (essendo io di Milano, eviterò battute sul cognome), è nato nel 1980 (quasi coetaneo mio, quattro anno in più lui), vive a Pescia, in Toscana, ha due figli e pare che oltre ad un sito, sia il proprietario di una agenzia creativa (solomasagio), nonchè scrittore per un mensile, "Riders". Dai, su, diciamo che è uno che si dà da fare (io non ho figli, non ho un'agenzia di nessun tipo e nemmeno un sito, mi sento un fallimento...). E' un patito di Vasco, ma malato proprio. Io su Vasco ho già detto la mia, grandissimo nel decennio 1979-1989, poi basta, già "Gli spari sopra" mi sembrava un disco deboluccio. Il Pisto invece ama tutto Vasco, pure i rutti, cioè lui proprio ha scandito la propria vita con la musica del Vate di Zocca, non è l'unico, ma lui proprio è l'Over the Top dei Vaschiani. Lo dice lui nella prefazione:
"Un ragazzo cresce ascoltando Vasco [...] Il primo bacio, la prima scopata, la prima canna. E quando diventa padre decide di raccontare al figlio le emozioni che Vasco gli ha trasmesso"
Pensa al figlio.
Il nostro si vanta pure di avere avuto una prefazione dal Vasco stesso. Ora, a casa mia una prefazione è 1-2 pagine, qui invece sono 13 righe, 13 contate. Si è sprecato Vasco, ma leggete qui:
"Maestro... io? ma come, ho pensato quando ho visto il titolo, avranno dimenticato l'aggettivo cattivo o forse... lo aggiungeranno dopo. A prescindere dal fatto che non faccio il mestiere del maestro e che sono un esperimento pericoloso da non ripetere a casa, trovo che il titolo sia una bella provocazione di questi tempi (in che senso?, ndr.). Ma cosa c'è poi scritto in questo libro? La verità, come l'arte, è negli occhi di chi guarda. Le mie canzoni parlano di qualcosa che è già dentro a chi le ascolta" (Vasco Rossi)
Questa è la prefazione. Due robine in croce e l'assoluta sicurezza che Vasco il libro manco l'ha letto. Bene, iniziamo bene.
Il Pisto (oddio, che fatica a trattenermi) divide il libro in 11 capitoli, o meglio 11 Tracce. Ognuna parla di qualcosa che si potrebbe sintetizzare nella parola "vita" (cito alla sanfasò, le emozioni; le donne; la diversità; il sesso; gli eccessi; vuoti a restare), tutti temi che sono scanditi dalle canzoni di Vasco.
L'elenco sarebbe lungo, ma alcune cose vanno menzionate.
Eh sì, perchè il nostro ha una passione per il sesso e le donne quasi maniacale, qui altro che Vasco, servirebbe uno psichiatra. Tipo, il capitolo sulle donne inizia così:
"Le donne. Incredibili romantiche. Nervose. Isteriche. Da innamorarsene. Da farsele. Libere. Puttane. False. Quelle che piacciono perchè sono porche. E bastarde". E poi, come se non bastasse, dice che lui nella vita mica ha ascoltato solo Vasco, sull'argomento femminile ha scoperto che ne hanno parlato pure "Bob Marley, Radiohead, Rino Gaetano, Francesco De Gregori, Fabrizio De André, U2, Pink Floyd, Afterhours", e continua, "E spesso Vasco è finito nel dimenticatoio. Ma alla fine è sempre tornato [...]. Cioè, hai ascoltato, presumibilmente, Marinella di De André e Alice di De Gregori ,chissà cosa dei Pink Floyd e "No woman no cry" e poi torni a Vasco. Ma figlio mio, è come se uno avesse visto giocare Pelè e Maradona e poi dicesse, "bhè sai, in fondo Calloni mica è così male". Ma per piacere.
Il capitolo sul sesso è fenomenale. Il Pisto ci tiene a farci sapere che lui ha scopato tanto e ovunque (e non è che sia Brad Pitt a vent'anni, ma si sa, le porte del paradiso si aprono con esiti misteriosi): "[..] Ho fatto l'amore più o meno ovunque, sotto la pioggia in un androne di un palazzo, in chiesa, sul mixer della radio in cui lavoravo, sulle scale, in auto, in un appartamento vuoto che ero andato a vedere per affittarlo, in mare mentre i vacanzieri facevano il bagno, su un balcone [..]". Sentite, siamo d'accordo che questo ha dei problemi seri, perchè tutti l'abbiamo fatto in posti strani, ma vantarsene in un libro, e poi in chiesa dai... E qui siamo all'apoteosi, perchè senza che nessuno glielo chieda, ci racconta la sua prima volta, la prima vosta del Pisto: "[...] Ero in casa della mia fidanzata. Mentre ci baciavamo nel suo letto singolo mi sussurrò in un orecchio, Moreno voglio fare l'amore con te". Bene, tenetevi forte, sapete il nostro come si leva dall'imbarazzo che tutti abbiamo avuto, chi più chi meno, la prima volta? Facendo sue le parole di una canzone di Vasco, "Io non so più cosa fare"
"Forse dovrei saltarle addosso come fossi un animale, e dovrei essere molto virile e continuare magari per più di due ore".
Cioè, se a me la prima volta, ma pure la seconda la terza e la centesima, mi fosse venuto in mente Vasco addio sesso e si tornava a fare una passeggiata fuori. Oltretutto, accosta il sesso alla canzone "E" di Vasco, perchè secondo il nostro dei versi come: "E... quando sento il tuo piacere che si muove lento, ho un brivido" sarebbero afrodisiaci, diciamo così. La canzone fa schifo, il disco da cui è tratta fa cacare, e Vasco, porca puttana, adesso mi incazzo, non è Leopardi.
Gli eccessi. Pisto è pure uno che si è fatto, ma un passaggio è rivelatore.
"[...] Ci sono state sere che mi sono drogato talmente tanto da non essere capace di tenere in mano una bottiglia di Coca Cola vuota".
Ah ecco perchè crede che tutte le canzoni di Vasco siano dei capolavori. E certo, se sei fatto come una scimmia persino Pioltello ti sembra Los Angeles, ma è Pioltello. Ma lui, no, non ci sta, "[...] I furbi, gli abili a tenere sempre un piede qua e uno là, quelli che stanno sempre con i più forti. [...] E' un percorso lungo e faticoso e tortuoso quello della vita. Strabiliante e affascinante [...]" e via sbrodolando col solito copione di colui che prima era un ribelle, adesso si è placato e fa il guru sull'esistenza umana. Come Vasco, appunto. Come tutti i paraculi.
Caro Pisto, non so se questo l'abbia mai detto Vasco, ma te lo dico io, ma và a ciapà i ratt.
Carico i commenti... con calma