È piuttosto seccante ammetterlo: per quanto il personaggio possa stare sulle scatole, per quanto siano insopportabili le sue pose, la realtà è una ed innegabile... questo disco mi piace.

Canzoni dell'appartamento, ovvero I Dolori Del (non più tanto) Giovane Morgan è un disco molto piacevole da ascoltare, caratterizzato dalla sofferenza e dalla malinconia, dovuti all'interruzione di una relazione sentimentale. Un po' come Sea Change di Beck (il paragone si intende solo in termini di sentimento latente in tutto il lavoro, non certo di risultato finale), il concetto base dell'opera è quello che ha fatto la fortuna di innumerevoli artisti: la fine dell'amore, con il suo inevitabile bagaglio di tristezza, malinconia, rimpianti, dolori, nostalgie...
Il tutto è proposto e sviluppato con estrema dignità, senza scadere in eccessive autocommiserazioni.

Tratto unificatore del disco è un suono vintage, molto particolare (e piacevole). Il lavoro è composto principalmente da ballate, alcune vere e proprie opere sinfoniche, altre piú scarne, che parlano di struggente sofferenza (in Aria è fin troppo ingombrante il fantasma dell'ex compagna), a volte di disincanto, a volte di estrema dolcezza (Non arrossire, cover di Gaber).

Il buon Morgan, tuttavia, non cessa di essere il personaggio che conoscevamo. Ci sono alcuni pezzi che dimostrano che la sua vecchia vena artistica non è esaurita: sono canzoni piú veloci e leggere, simili a quelle che hanno fatto la fortuna del suo gruppo. In particolare segnalo Se (if) rifacimento dei Pink Floyd da Atom Heart Mother, che sembra realizzata dai Blur del periodo migliore (Modern Life Is Rubbish/Parklife, per intenderci), Heaven In My Cocktail, The Baby, che comunque si differenziano dallo stile Bluvertigo.

Alla sua prima prova solista Morgan ci regala un disco eclettico, appassionato, lieve, dolente, naif, originalissimo... insomma: da ascoltare.

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