È piuttosto seccante ammetterlo: per quanto il personaggio possa stare sulle scatole, per quanto siano insopportabili le sue pose, la realtà è una ed innegabile... questo disco mi piace.

Canzoni dell'appartamento, ovvero I Dolori Del (non più tanto) Giovane Morgan è un disco molto piacevole da ascoltare, caratterizzato dalla sofferenza e dalla malinconia, dovuti all'interruzione di una relazione sentimentale. Un po' come Sea Change di Beck (il paragone si intende solo in termini di sentimento latente in tutto il lavoro, non certo di risultato finale), il concetto base dell'opera è quello che ha fatto la fortuna di innumerevoli artisti: la fine dell'amore, con il suo inevitabile bagaglio di tristezza, malinconia, rimpianti, dolori, nostalgie...
Il tutto è proposto e sviluppato con estrema dignità, senza scadere in eccessive autocommiserazioni.

Tratto unificatore del disco è un suono vintage, molto particolare (e piacevole). Il lavoro è composto principalmente da ballate, alcune vere e proprie opere sinfoniche, altre piú scarne, che parlano di struggente sofferenza (in Aria è fin troppo ingombrante il fantasma dell'ex compagna), a volte di disincanto, a volte di estrema dolcezza (Non arrossire, cover di Gaber).

Il buon Morgan, tuttavia, non cessa di essere il personaggio che conoscevamo. Ci sono alcuni pezzi che dimostrano che la sua vecchia vena artistica non è esaurita: sono canzoni piú veloci e leggere, simili a quelle che hanno fatto la fortuna del suo gruppo. In particolare segnalo Se (if) rifacimento dei Pink Floyd da Atom Heart Mother, che sembra realizzata dai Blur del periodo migliore (Modern Life Is Rubbish/Parklife, per intenderci), Heaven In My Cocktail, The Baby, che comunque si differenziano dallo stile Bluvertigo.

Alla sua prima prova solista Morgan ci regala un disco eclettico, appassionato, lieve, dolente, naif, originalissimo... insomma: da ascoltare.

Elenco tracce testi e video

01   Altrove (05:43)

Però (cosa vuol dire però)
Mi sveglio col piede sinistro
Quello giusto

Forse già lo sai
che a volte la follia
Sembra l'unica via
Per la felicità

C'era una volta un ragazzo
chiamato pazzo
e diceva sto meglio in un pozzo
che su un piedistallo

Oggi ho messo
la giacca dell'anno scorso
che così mi riconosco
ed esco

Dopo i fiori piantati
quelli raccolti
quelli regalati
quelli appassiti

Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo
lascio che le cose
mi portino altrove
non importa dove
non importa dove

Io, un tempo era semplice
ma ho sprecato tutta l'energia
per il ritorno

Lascio le parole non dette
e prendo tutta la cosmogonia
e la butto via
e mi ci butto anch'io

Sotto le coperte
che ci sono le bombe
a come un brutto sogno
che diventa realtà

Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo

Applico alla vita
i puntini di sospensione
Che nell'incosciente
non c'a negazione
un ultimo sguardo commosso all'arredamento
e chi si a visto, s'a visto

Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni

Lascio che le cose
mi portino altrove
altrove
altrove

Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni

Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni

02   The Baby (03:39)

03   Crash (Storia di un inventore) (04:18)

04   Aria (05:45)

05   Evaporazione (00:30)

06   Non arrossire (02:22)

08   Se (If) (03:43)

09   Italian Violence (Ballata dell'amore dopo la conquista) (03:25)

10   Heaven in My Cocktail (Tears in Her Eyes) (05:12)

11   Le ragioni delle piogge (04:17)

12   Canzone per Natale (03:07)

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Altre recensioni

Di  COX

 La buona musica esiste ancora. Morgan ne è la testimonianza.

 Insomma nella collana alta fedeltà di ogni buon appassionato di musica questo disco non può proprio mancare.


Di  Nero

 Scritte sulla tavoletta del cesso.