I Motherhead Bug, formatisi nel 1989 per merito di David Ouimet furono di fatto una piccola banda. La loro formazione comprendeva infatti ben otto elementi ai quali si aggiungevano di volta in volta ospiti occasionali. Uso il passato perché i Motherhead Bug non esistono più. "Zambodia" è la loro unica testimonianza negli annali rock, si sciolsero infatti subito dopo la pubblicazione dell'album.

L'arsenale sonoro che si portavano dietro era degno delle bande marcianti americane. Fisarmonica, tromba, sassofono, violino, trombone, percussioni, oboe, oltre al basso e alla chitarra, servono a creare un suono che è quanto di più bizzarro il folk abbia forse espresso nel loro periodo.
Il loro approccio "cabarettistico" si dipana tra il triste e l'allegro, tra la barzelletta e l'elogio funebre. Ouimet canta con un registro da invasato, perfetto ibrido tra un malato di mente ossessionato dal demonio e un ubriacone vagabondo per i vicoli della città vecchia (per certi versi ricorda il nostro Vinicio Capossela nei suoi episodi più movimentati).

Le percussioni tribali dell' iniziale "My Sweet Milstar" stendono un tappeto perfetto per le fiere fanfare dei fiati. L'atmosfera è quasi da Music Hall luciferino, un baccanale drammatico e profondamente "folkloristico". L'andamento dei brani non è mai lineare, le gag sono sempre in agguato, ed è per questo che anche se alcune volte si toccano i sei minuti, non ci si annoia mai, anzi.
La traccia più lunga ad esempio, "Demons Erections" mescola con grande disinvoltura un tema lugubre di violino col passo infernale di polka del finale, dove gli strumenti trionfano entusiasti a pieni polmoni. Di colpo ci si ritrova catapultati tra i mercatini dell'est europa con "Pinola", un bizzarro balletto popolare, da fiera paesana, con tanto di coro da osteria.
Deliziosissima è anche la canzone che dà il titolo all'album, ritmo gitano e trombe da duello western si alternano ad un crescendo di archi per poi finire assieme in un'orgia sonora che sembra la colonna sonora del nostro eroe in cartoni animati.
E che dire dell' indemoniato valzer di "Shabooba"? Qui siamo davvero nel territorio di Capossela (con maggior classe però). Ouimet blatera versi che sembra sputare invece che cantare, avvolto delle spire di un romantico violino.

Fulgido esempio di energia "folk" allo stato puro "Zambodia" rappresenta sicuramente uno degli episodi più felici ed originali degli anni '90. Imperdibile.

Elenco tracce samples e video

01   My Sweet Milstar (04:41)

02   Tiny Bones (03:02)

03   Demon Erection (05:55)

04   Pinola (03:45)

05   Bleating Heart Incident (05:38)

06   Zambodia (04:52)

07   Leader (02:09)

08   Shabooba (03:50)

09   The Sauce Carousel (02:36)

10   Blister (04:19)

11   Off With Their Little Heads (02:16)

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