"Dicembre" è la sigla di apertura di un album per sognatori: una tastiera sommersa nella neve accompagna un incipit che profuma di Hawaii ed una voce vinilica inizia a raccontarci storie di rapporti, noia e quotidianità. "Ruggine" è malinconica e allo stesso tempo pimpante; in lei fioriscono tastiere, giocattoli e artigianato vario.

In questo disco trovano spazio il mini blues di "Baricentro", creato con un gioco di ritmi che vanno e vengono, e canzoncine filastrocca come "Salame & caffè" e "I matti", tiritera da prendere sotto braccio e in cui immedesimarsi. La malinconia, seppure scanzonata, viene vissuta in una campagna romagnola al tramonto con indosso un costume bragalone ed una collana floreale; è qui che "Ieri" esplode in un entusiasmante finale e il coretto al termine di "Capisco poco" ti porta seduto su una balla di fieno al calar del sole. In quest'ultima canzone la chitarra acustica diventa intima, così come in "Io chi sono". C'è spazio anche per il country pop introdotto da "Polvere" e che diventa galoppante con "Ossa", in un alternarsi di ritmi malinconico-pimpanti. Finisce tutto con "Casiotone", un dolce strumentale accompagnato dal ripetitivo ticchettio che ricorda il gioco di simulazione Pong.

I matti fan così...

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Altre recensioni

Di  Omino Bianco

 Non è la solita musica 'INDIE' rock, pop, folk e chi più ne ha più ne metta, ma qualcosa di nuovo, fresco e diverso.

 Musica amatoriale per gente speciale!