Un disco da ascoltare con gli occhi chiusi, in religioso silenzio, col cuore in mano ma con la testa altrove. Non so dove ma dovunque vogliate essere, con questo "Martes" non sarete mai su questo pianeta. L'opera prima di Fernando Corona, in arte MURCOF, nato a Tijuana in Messico, ci racconta un universo ambient/elettronico lontanissimo da quello freddo e glaciale dei cugini tedeschi e nemmeno accostabile a quelle melasse da sottofondo della new age prima maniera. Dimenticate tutto e voltate pagina.
Qui l'elettronica incontra la poesia degli archi, la melodia di strutture soniche minimali, il ritmo sempre sussurrato e lievemente trance e, soprattutto, l'eleganza del suono e degli arrangiamenti. Una cura del suono da far invidia al Brian Eno dei tempi migliori (talmente attuale e "avanti" da far dimenticare che è un album datato 2002!).
Siamo nei dintorni dei TO ROCOCO ROT, dei PAN-AMERICAN, dove, ripeto, l'elettronica parla il linguaggio del cuore e dove i passati classici e sperimentali dell'artista confluiscono e si armonizzano trovando un equilibrio senza pari. Nove tracce imperdibili di una classe e di una bellezza devastante (su tutti i pezzi MAIZ o MIR ma credetemi, è molto difficile scegliere) che mi hanno fatto re-innamorare del genere e che ancor oggi considero tra i miei dieci album del decennio.
Martes: probabilmente il capolavoro di un altro pianeta.
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