Lontano dallo stereotipo della geisha, dei sontuosi kimono, della saggezza zen e della sessualità contenuta, Nakagami non è il tipico autore giapponese. La sua esperienza personale influenza la sua scrittura nei temi e nello stile. Appartenente alla casta Burakumin, i fuoricasta, la "minoranza invisibile" perchè non determinata da differenze religiose o di costume, ma legata all'antichissima pratica (645 d.C.) di affidare i lavori legati alla morte ed al sangue (macellazione delle carni, conciatura delle pelli...) ad una parte della popolazione che per questo è destinata alla discriminazione e alla ghettizzazione. Gli interventi normativi che hanno sancito la parità fra le classi, infatti, non hanno per niente influito sull'atteggiamento popolare. Nakagami è figlio di questa condizione.

Grazie alla possibilità di studiare e fuggire giovanissimo a Tokyo ottiene il riscatto. Ma l'esperienza del ghetto non lo abbandona, ne ha plasmato la personalità ed influenzato la scrittura. I suoi romanzi sono ambientati nei Vicoli, dove la vita è dura e difficile, dove non esiste possibilità di riscatto, dove gli uomini svolgono lavori a giornati e sono spesso spinti a compiere piccoli crimini, e le donne sono affannate nella ricerca del cibo per sfamare la propria prole. In quest'ambiente l'impulso alla lussuria è irrefrenabile, ma l'erotismo di Nakagami è sfrenato e spesso violento; le donne non sono remissive e deboli, ma sanno sedurre ed attirare gli uomini con la loro sensualità.

I sei racconti di "Mille anni di piacere" hanno per protagonisti sei giovani uomini appartenenti alla stessa stirpe, i Nakamoto, le cui vicende si svolgono nel ghetto dei Vicoli, dove le vite si intrecciano e il sangue si mescola. La voce narrante è quella della vecchia levatrice, la zia Oryu, che ha partecipato alla nascita di tutti i sei giovani Nakamoto, e che, seguendo il filo dei ricordi, vede compiersi il loro destino.

Triste sorte quella dei Nakamoto, nobili, portatori di un "sangue stagnante", un sangue avvelenato. Soltanto gli uomini di questo clan sono condannati, per sette generazioni, da un Karma negativo ad una morte precoce e violenta per scontare i peccati degli antenati ed il castigo del Budda. Seppur non consapevoli della crudeltà del loro inevitabile destino, questi bellissimi giovani trascorrono la loro breve esistenza abbandonandosi ai piaceri della vita, abusandone. Le donne spregiudicate dei Vicoli non resistono alla loro sensualità e si abbandonano con loro a sfrenati amplessi.

Il bellissimo Hanzo, al cui sorriso nessuna donna resiste, morto pugnalato dalla gelosia del marito della sua amante; Miyoshi, morto suicida stupito dall'indifferenza con cui ha ucciso il marito dell'amante e spaventato dall'aver desiderato di far urlare di piacere la sua amante nel sangue del marito morto; Fumihiko, suicida anch'esso, che rapisce la sua Miko, e dopo una notte di sfrenata lussuria, ne porta il corpo privo di vita sulla collina dove da bambino aveva visto dei tengu con la faccia di corvo; Ko l'orientale, libertino con una forte passione per il tango, l'unico ad abbandonare i Vicoli ed emigrare in Sud America; Shinichiro, audace ed abilissimo ladro trovato morto nella sua abitazione proprio dalla zia Oryu; Tatsuo l'ultimo a morire precocemente, grazie al quale i Nakamoto si liberarano del castigo del Budda.

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