Provenienti dal New Jersey, i Nora sono una formazione metalcore. Attivi dal 1996, i nostri debuttano per la Ferret Records (di cui è proprietario il cantante del gruppo, Carl Severson) per poi passare all'etichetta Trustkill, anch'essa specializzata nel filone hardcore/metal. Nonostante siano attivi da 15 anni circa, il gruppo non vanta una discografia particolarmente nutrita: a parte un paio di EP e uno split CD con i Dillinger Escape Plan, si segnalano gli album "Loser's Intuition" (2001), "Dreamers and Deadmen" (2003) e il qui recensito "Save Yourself", rilasciato nel 2007, ed è forse il disco che sancisce la loro definitiva maturazione dal punto di vista stilistico e compositivo.
Musicalmente parlando, il quintetto americano propone un equilibrato mix di hardcore e metal piuttosto tirato e nevrotico, accostabile al sound di realtà come i primi Mastodon o i Converge, ma meno schizoide e cervellotico, risultando al contrario più scarno e diretto. 10 tracce che sanno di disagio e angoscia urbana e che viaggiano su ritmiche piuttosto sostenute e serrate, ma che non disdegnano rallentamenti vicini a certo sludge malsano, come nel caso della title-track e "The Moment, The Sound, The Fury", la canzone più lunga del CD. L'ascoltatore, comunque, verrà aggredito da vere schegge sonore taglienti e affilate come "Scum", "Broken" e "Famous Last Words", dove il cantato in screaming viene fuori in tutta la sua potenza. È evidente inoltre come i Nora non disdegnino il chitarrismo dissonante e marcatamente noise che fa capolino in quasi tutte le composizioni di "Save Yourself", tant'è vero che nella traccia d'apertura "Someboby Call Somebody" i rimandi al "wall of sound" tipico degli Unsane si sentono chiaramente.
Non mancano certamente alcuni difetti che tendono a minare la qualità del lavoro: si percepisce lungo l'ascolto una certa ripetitività di fondo (comune alla gran parte delle uscite di questo genere), sia nelle strutture ritmico-chitarristiche dei pezzi, sia nel cantato monolitico di Carl Severson, che mai si discosta dal suo screaming feroce ed abrasivo. Inoltre la produzione, benché sia nitida, non è delle migliori e non rende giustizia a tutti gli strumenti. Si tratta di limiti che, comunque, non intaccano particolarmente il valore complessivo dell'album, che si lascia riascoltare molto volentieri anche dopo diverso tempo e che vanta un tiro che ben pochi gruppi del genere possono vantare.
In definitiva, un bel disco, certamente non epocale, ma genuino e veramente incazzato, l'ideale valvola di sfogo per i momenti negativi e/o di tensione. 36 minuti di sana violenza che faranno felici tutti gli appassionati del genere.
Disco consigliato.
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