Chiunque vi dica che “First Degree Suicide” è un buon disco o mente, o è membro/parente dei finlandesi Obscurant: questo cd è un polpettone melodrammatico veramente detestabile e fastidioso.

Il progetto nasce come una band di Depressive Melo Death e questo cd è la seconda fatica (mai questo termine è stato più appropriato) del gruppo dopo il primo “Lifeform: dead” . I cinque finnici onestamente dimostrano di avere delle discrete doti tecniche, ma la cosa passa totalmente in secondo piano se si considera il lavoro nella sua interezza: sembra di essere di fronte alla colonna sonora di qualche filmaccio di serie B in cui alla fine “i buoni” muoiono compiendo l’ultimo atto eroico. Tuttavia non credo di essermi ancora spiegato al meglio e sono intenzionato ad approfondire.

Innanzi tutto l’uso delle tastiere è esagerato e pomposo e il loro suono si fa decisamente invadente, tanto da mettere in secondo piano le chitarre ma soprattutto la batteria e la voce: e il Metal, prima ancora di essere Death (per quanto Melodico sia… In Flames e At The Gates ne sono testimoni) è retto proprio da questi strumenti. In due parole significa mutilare e storpiare il genere, proprio ciò che fanno gli Obscurant; ma non è tutto. Se le composizioni fossero particolarmente varie e suscitassero le molte emozioni cui ambiscono, il voto sarebbe più che sufficiente; basti pensare a gruppi come i nostrani Graveworm, altrettanto ridondanti ma infinitamente più dinamici ed emotivamente interessanti. Invece “First Degree Suicide” ci (sci)orina una serie infinita di melodie patetiche e piagnucolose condite non di rado da Clean Vocals che, ahimè, lasciano anche intuire e cogliere qua e là delle lyrics ancora più banali e squallide della musica: tuttavia il cantante tenta di farci giungere tutta la sua sofferenza da supermarket generalmente tramite uno screaming e un growling (più raro) che in un altro contesto risulterebbero molto validi.

Accanto ad un mood artificiale e/o artificioso troviamo inoltre un songwriting molto ma molto flaccido: i nostri (anzi i vostri, miei non sono neanche un po’) spiccano per senilità sonora e compositiva e di fatto si limitano a riprendere ciò che altre ben più illustri band han fatto dieci anni prima, rigirando un po’ i riff e le melodie per non essere tacciati di plagio. Fatto sta che, per quanto la loro prestazione strumentale sia sufficiente, le canzoni sono tutte uguali tra loro e tutte uguali ad altre mille scritte e suonate (meglio) da gruppi più fantasiosi e soprattutto più espressivi. Non ci vuole molto a capire che questo prodotto è destinato ad una sola cosa, cioè a vendere; ed è evidente che il sedicente gruppo di Depressive Melo Death non è altro che una congrega di cialtroni che vuole crearsi un nome vendendo presunte emozioni negative.

Dispiace solo che suddetti cialtroni abbiano anche delle abilità tecniche abbastanza buone che vengono utilizzate malissimo: e dispiace che ormai, con la defezione degli In Flames (sempre più Nu Metal) e dei defunti At The Gates, il Death melodico rimanga in mano ad individui del genere. Insomma questo disco è l’apoteosi delle sensazioni meschine e scontatissime che può gradire o un ragazzo sotto i sedici anni o un idiota sopra i diciotto. In ogni caso è totalmente sconsigliato a chicchessia: se si ricerca qualcosa di strappalacrime, meglio sedersi sul divano a leggere “Cuore” di De Amicis o accendere la Tv e guardare “Incantesimo” .

Elenco tracce e video

01   In the End (04:16)

02   The Redemption (04:02)

03   Guardian Angel (04:28)

04   First Degree Suicide (04:19)

05   A Wasteland (03:00)

06   Light From Above (04:11)

07   Blinded by Love (04:05)

08   Dead Calm Surface (05:01)

09   170603 (Memoir) (05:27)

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