Quando si parla di incontri che cambiano la vita...
Prendiamo questi One Republic: originari di Colorado Springs, Stati Uniti, ed attivi dal 2004, pubblicano nel novembre 2007 il debut album "Dreaming Out Loud". La svolta, però, arriva quando Timbaland pubblica come singolo un remix della loro "Apologize", contenuto nel suo solo project "Shock Value"; il pezzo diviene una hit travolgente, centrando la numero uno in ventidue (!) paesi. "Dreaming Out Loud" inizia a volare e vende un milione e mezzo di copie nel mondo, aumentando esponenzialmente l'interesse attorno alla band, accusata però dalla critica specializzata di clonare il sound di bands piano pop come Keane e (soprattutto) Codplay. Accusa che, comunque, non sta del tutto in piedi.
L'album è prodotto da Greg Wells (Mika, Rufus Wainwright, Deftones, The Pipettes), che cerca di dare all'opera un sound il meno "monocromatico" possibile, riuscendoci in pieno; il disco è composto da dodici potenziali singoli, senza risultare noioso o troppo ammiccante. Quasi un miracolo.
Certo, è innegabile che l'influenza di Chris Martin e soci (quelli dei primi due dischi) ci sia, basti sentire cose come "Mercy"; ma qui ogni pezzo vive di una vita propria, grazie anche ad una qualità di scrittura (dote fondamentale per una band che vuole fare del rock "zuccheroso" la propria bandiera) ottima, a partire dal crescendo melodico su base piuttosto ritmata dell'incipit "Say (All I Need)", già annunciato dalla band come prossimo singolo. "Stop And Stare", invece, evidenzia una notevole capacità di comporre potenziali anthem da stadio senza procurare un attacco di diabete all'ascoltatore di turno. Un insolito violoncello va ad arricchire gli arrangiamenti di alcuni pezzi come "All Fall Down", mentre compaiono sporadicamente svisate di chitarrismo sospeso tra pop e rock come in "Tyrant" oppure sorprendenti fascinazioni folk nella soffusa "Won't Stop". "Apologize" nella sua versione "primordiale" è semplice e scarna, molto più più affascinante del tamarrognolo remix (comunque incluso come bonus track) di "sua onnipresenza" Timbaland. Ben accetta anche la malinconia per piano e voce della lennoniana (e conclusiva) "Come Home".
"Dreaming Out Loud" è un signor esordio, che cerca di "combattere" il piattume ormai diffuso in varie altre produzioni del genere, tra l'altro riuscendoci molto bene. La produzione è ottima, gli arrangiamenti azzeccati ed il tutto scorre via che è un piacere, invitando ad un ulteriore ascolto una volta finito il disco, cosa rara di questi tempi..
Ovviamente, astenersi diabetici. Uomo avvisato...
Tracce chiave: "Stop And Stare", "All Fall Down", "Tyrant", "Won't Stop"
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