Ci sono persone che si chiedono per tutta la vita il perché della loro nascita in un dato luogo, in un momento storico preciso e quale sia il loro scopo nella vita. A pensarci bene, prima o poi tutti si fanno questo tipo di domande e se non si ha una forte tempra morale si rischia un lento declino mentale che può portare alla pazzia o al suicidio. Anch'io, nonostante la mia "tenera" età (non si è mai maturi di questi tempi, maturi come un frutto ovviamente) penso costantemente a cosa mi serve amare le arti se un giorno finissi in mezzo ad un qualsiasi vicolo di Piazza XI Settembre chiedendo soldi con la scusa di prendere un pullman per Spezzano Sila quando invece sono spesi per farmi di crack, ma "i soldi si fanno facilmente se uno ne vuole sempre di più", viene recitato nel film, e sappiamo anche che per Charles Kane questi problemi sono ben lontani dai suoi affari.

Allora, che c'entra tutto questo con il film? Escludendo le grandi innovazioni che il regista ha portato nel cinema a livello tecnico, data la mia preparazione scarsa sull'argomento, molti penseranno che il film può essere recensito fino a qui e chiudere con un bellissimo e conciso "grande film", io penso che bisognerebbe fare un'analisi più approfondita sul protagonista.

Ho sentito sempre una miriade di persone dire che questo film criticasse il potere del giornalismo sulle masse. Non sono del tutto convinto di questo, poiché vedendo il film ho notato che è solo una tematica che passa come corollario rispetto ad un'altra molto più complessa ed ancora attuale presente nel film: l'uomo del XX secolo visto sotto la prospettiva capitalistica americana. Esaminando il protagonista del film potrò dare valenza a questa mia tesi: Kane non è un uomo, bensì un prodotto, è il sogno economico americano fatto carne e ossa, un Principe machiavellico del capitalismo che desta pareri diversi per i suoi obbiettivi (per il suo unico obbiettivo, il denaro). Comunista per i ricchi, nazista per i poveri. La vita viene descritta in modo molto semplice ma estremamente efficace: allontanato piccolissimo da casa per volere della madre, dato in affidamento al capitalista Thatcher che gli insegna tutte le strategie di commercio, raffinandole anche, riesce a comprare un piccolo giornale in fallimento rendendolo uno dei più importanti degli U.S.A. in soli 5 anni grazie all'intuizione dell'informazione di massa. La sua autorità a livello internazionale viene anche rafforzata con lo sposalizio insieme alla nipote del Presidente degli Stati Uniti, matrimonio che finirà col divorzio per via di una relazione di Kane con una cantante e che causerà il fallimento del tentativo di Kane ad intraprendere la carriera politica. Allontanatosi da questa, aiuterà la sua seconda moglie, la cantate con cui ebbe la relazione durante il primo matrimonio, a diventare una cantante lirica costruendo un teatro apposta per lei. Fallendo la carriera di questa miseramente, Kane decide allora di far costruire un enorme palazzo in cui vivere insieme a lei, ma, stanca del marito, decide di abbandonarlo.

Il decadimento dell'impero di Kane è parallelo al suo decadimento umano e alla Depressione Americana: ormai fatto vecchio, non vuole più avere contatti con gli uomini, e l'unica parola che dirà prima di morire sarà "Rosabella". Questo è il mistero che accompagna tutto il film, chi è Rosabella? Rosabella è il Kane uomo, quel ragazzino che si è perso nel 1871 in un pomeriggio d'inverno con la sua slitta, quando la madre prese già la decisione di mandarlo via. Rosabella è la sua slitta, quell'unico frammento della sua sensibilità umana rimastagli ed emersa attraverso una sfera di vetro che raffigurava una casetta in mezzo alla neve. A causa di un sistema troppo arido di emozioni, quello capitalistico, che ammette qualsiasi mezzo (anche il giornalismo) per aumentare le risorse di denaro, Kane è stato capace solamente di farsi amare a suo comando, ma mai capace di amare, è per questo che ha suscitato in me una buona dose di rabbia e una di pena verso questo uomo vi è un ritorno all'infanzia in lui, un percorso a ritroso per poter rifare tutto da capo e trovare un po' di serenità, ma la morte è vicina e nulla è più possibile.

Come disse Jorge Luis Borges in una recensione del 1941, "Quarto Potere" è un giallo metafisico che indaga sulla natura dell'uomo, ma che lascia tuttavia dei grandi interrogativi. Io credo che come interrogativo lasci il paradosso su cui sembra girare tutto il film: com'è possibile che si siano sentite le ultime parole dette da Kane se nella sua stanza non c'era nessuno (il cameriere affermò di averle sentite, ma nella scena non compare) insieme a lui? Cosa avrà voluto di Welles con questo "stratagemma" cinematografico? Ho provato a dare una risposta, mi sono dannato durante tutto il film, ma infine ho seguito il consiglio che il regista da alla fine del film: "No Trespassing".

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