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Microfantascienza per tutti: 1.5.
THANG: Di M. Gardner
La terra aveva compiuto un altro giro attorno al Sole, volteggiando lenta e silenziosa come aveva sempre volteggiato. L'Oriente aveva totalizzato un nuovo raccolto record di riso giallo e di gialli bambini, enormi riserve di armi atomiche andavano accumulandosi in certi centri strategici, e i saggi dell'Università di Chicago stavano pronunziando parole di profonda saggezza, quando arrivò Thang e prese la Terra tra il pollice e l'indice. Thang aveva dormito a lungo. Quando finalmente si era svegliato, strizzando i sei occhi ciclopici alla luce abbagliante (perchè la luce delle nostre stelle, se vista nella sua totalità, non è roba da poco) aveva avvertito una spiacevole sensazione di vuoto dalle parti della voragine che aveva per stomaco. Per quanto tempo avesse dormito neppure lui lo sapeva esattamente, perchè nella mente di Thang “tempo” è un termine senza significato. Quantunque gli usi di Thang siano al di là della comprensione umana, e i pensieri di Thang siano difficilmente traducibili in termini di pensiero umano, tuttavia – per dirla così all'ingrosso e nell'inadeguato linguaggio che conosciamo – gli usi di Thang sono questi: Qundo Thang non dorme, Thang è affamato. Dopo aver strizzato i sei occhi ciclopici (in una precisa successione che gli era da tempo immemorabile abituale), e aver allungato un lungo braccio per spazzar via i soli troppo vicini, Thang guardò di sottecchi nel profondo universo.
Fine prima parte.
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