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The Vietnam Veterans : Crowfish for the notary - 1984 Full Album From The Vinyl.

Regnava una strana alchimia dentro i dischi dei Vietnam Veterans, una delle tante band francesi che cercò per caso di incrociare gli anni Sessanta mentre passeggiava allegramente per gli anni Ottanta. Virtuosismo pari a zero ma grandi aspirazioni. Un occhio di riguardo verso vecchi burloni come Donovan e Roky Erickson, l’altro proiettato verso un punto immaginario ed imprecisato dei Sixties. Un’armonica a bocca fuori tono e un organo spettrale, come se i Seeds si fossero ficcati in qualche orifizio del mondo e avessero scavato fino ad uscire in una nebbiosa valle basca. Approssimativa anche la registrazione, tanto che tutto l’album suona come una specie di demotape dei Baby Woodrose.

E poi ci sarebbe anche il fatto che di reduci francesi dalla guerra vietnamita non ce ne fosse manco uno, come del resto non c’erano neppure francesi in divisa durante il conflitto.

On the Right Track Now era insomma un disco tutto sbagliato cui mancava soltanto fosse quadrato per finire allo show dei record. Ma la copertina, quella, era quadrata. Ed era una riproduzione perfetta della cover dell’album di debutto degli Ohio Express. Così, tanto per fare ulteriore confusione.

Eppure la musica dei Vietnam Veterans aveva un fascino tutto suo, ché dei Baby Woodrose e On Trial nei primissimi anni Ottanta non c’era manco l’odore.

La band era nata proprio agli albori degli anni Ottanta, messa su da un negoziante di dischi (Mark Enbatta) raccattando alcuni “reduci” da piccole band locali. Ne raccatta così tanti che alla fine sull’album suonano in otto, anche se non sembrerebbe. Perché le canzoni dei Vietnam Veterans, per quanto storte siano, sembrano una sorta di cantautorato garage inacidito e scoordinato, come fossero una versione domestica e scoordinata di quei Green on Red che hanno appena debuttato. Eppure, man mano che sfilano, ci accorgiamo che canzoni come Don’t Try to Walk on Me, Back from Hell, Out from the Night, Dreams of Today, You’re Gonna Fall, That’s Love ci sono già diventate familiari prima ancora che avessimo il tempo di rimettere il disco nella sua busta di carta. Da cui, lo ammetto, torno ancora oggi a sfilarlo con gran piacere, nonostante in pochi sappiano cosa mi appresto ad ascoltare.

Trank Rev
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