Antonello Venditti, Gato Barbieri - Modena (Live)
Quando mi piglia l'ipocondria ben nota ma la bottiglia non è ancora vuota, quando qualcuno decide che non gli pare il caso di continuare a vivere in questo mo(n)do, mi scatta questa canzona.
Pensare che questo pezzo sia contenuto in "Buona domenica" non fa altro che acuire il disagio che si prova quando le cose finiscono. Pensare che l'abbia scritto, poi, la stessa persona che cantava di stambecchi feriti, di marie maddalene, di Seveso e di Lilly non può non risultare spiazzante.
Sì, perché qui si parla, apparentemente, della fine del partito comunista italiano.
Ma non è solo questa fine - peraltro già annunciata con l'omicidio Moro - che spaventa, quanto la sua ineluttabilità.
Come abbia fatto Venditti a scrivere questo capolavoro assoluto, dopo l'orribile "Sotto il segno dei pesci" (di fatto la fine del "cantautorato" inteso come tale) mi risulta incomprensibile.
Ma in questa perla ai porci rimane, indelebile, il Sax baritono di Gato Barbieri, coi suoi sovracuti lancinanti, urlanti della rabbia di chi sa che andrà a finir male ma non gliene frega un cazzo.
Qualcosa che urla fino a spezzarsi: qualcosa che spera anche se la speranza appartiene a un futuro passato.
Qualcosa di terribilmente umano perso chissà dove. Yuk!
Quando mi piglia l'ipocondria ben nota ma la bottiglia non è ancora vuota, quando qualcuno decide che non gli pare il caso di continuare a vivere in questo mo(n)do, mi scatta questa canzona.
Pensare che questo pezzo sia contenuto in "Buona domenica" non fa altro che acuire il disagio che si prova quando le cose finiscono. Pensare che l'abbia scritto, poi, la stessa persona che cantava di stambecchi feriti, di marie maddalene, di Seveso e di Lilly non può non risultare spiazzante.
Sì, perché qui si parla, apparentemente, della fine del partito comunista italiano.
Ma non è solo questa fine - peraltro già annunciata con l'omicidio Moro - che spaventa, quanto la sua ineluttabilità.
Come abbia fatto Venditti a scrivere questo capolavoro assoluto, dopo l'orribile "Sotto il segno dei pesci" (di fatto la fine del "cantautorato" inteso come tale) mi risulta incomprensibile.
Ma in questa perla ai porci rimane, indelebile, il Sax baritono di Gato Barbieri, coi suoi sovracuti lancinanti, urlanti della rabbia di chi sa che andrà a finir male ma non gliene frega un cazzo.
Qualcosa che urla fino a spezzarsi: qualcosa che spera anche se la speranza appartiene a un futuro passato.
Qualcosa di terribilmente umano perso chissà dove. Yuk!
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