Credo che il migliore commento a questo disco lo abbia fatto mio padre : "Che stai ascoltando?" Commento banale, direte voi; in realtà mio padre ci ha azzeccato in pieno sull'importanza di questo disco. Con il suo "Che stai ascoltando?" con ogni probabilità intendeva dire "Che GENERE stai ascoltando?".
Gia, perchè "Destroy Me Lover", quinta fatica degli houstoniani Pain Teens è la più formidabile commistione di generi e stili che abbia mai sentito. Nell'opera trova spazio veramente tutto: tutti i generi e tutti gli autori imprescindibili della storia del rock. Così, "Cool Your Power", la traccia d'apertura, suona come una ballata un pò dark, alla Siouxsie, ma soprattutto alla Legal Weapon. Spiriti maligni si aggirano minacciosamente lungo tutto lo sproloquiare esagitato di Bliss Blood, una delle voci del rock femminile più sottovalutate. Si passa subito a "Prowling" (per me il capolavoro): i toni passano dal dark al quasi-folk. Il giro di basso è irresistibilmente orecchiabile e la litania sommessa della Blood si innesta alla perfezione nel clima da tragedia spirituale. "Tar Pit", invece, è chiaramente di derivazione industriale, una marcia per androidi che viaggiano senza meta precisata, un baccanale cibernetico intriso di dissonanze. Ma la migliore alienazione del disco la si ha grazie a "RU 486", nel segno del più "becero" college pop, con un coretto alla Abba, e in particolare nel segno dei Green di "White Soul". È con ogni probabilità l'unico momento di vero relax dell'album, perchè subito dopo si ha a che fare con un bombardamento stile Hiroshima, quello che apre "Dominant Man", il quale sfocia in un boogie scatenato anni '50, caratterizzato dal battito incessante e dalla solita voce ansiosa della performer.
Nell'insieme questo indemoniato pandemonio è persino ballabile. Il brano più sperimentale è senza dubbio "Sexual Anorexia", in cui si tocca pure la techno degli Orbital, con delle ripetizioni minimaliste e delle cadenze industriali da far paura ai Girls Against Boys. Campionamenti, loop cerebrali e senso di inquietudine generale ne fanno una traccia opprimente. "Lisa Knew" vuol dire ritorno degli incubi, che tornano ad imporsi personificati dagli effetti che la voce da strega malata di Blissie Blood riesce a creare, grazie anche a dei contrappunti vocali alla Merseybeat e rimbombi di eco che riescono ad amalgamarsi fino all'eccellenza. Ricca di distorsioni da paura è "Body Memory", sorta di viaggio dantesco nell'oltretomba, accentuata da cupi droni e da rimbombi da claustrofobia. È ben chiaro che la prima parte, quella più solare e scanzonata è sparita del tutto: ciò è eccezionale prova dell'abilità di questo collettivo di far coesistere generi diversissimi creando un'armonia perfetta dagli opposti. In questo senso i migliori discepoli di Eraclito in musica sono loro. In "The Story Of Isaac" la maggiore citazione di turno è stavolta Leonard Cohen; è una triste ballata decadente, che viene però squarciata inaspettatamente (troppo bello pareva!) da un finale alla Wire.
New wave, punk, psichedelia, canzone d'autore, shoegazing, industrial, house.. la musica dei Pain Teens riesce a far convivere quattro decenni di storia del rock. In questo senso è la più geniale possibile.
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