Estate 2004, Sant'Anna Arresi, fa caldo. Come ogni anno alle spalle del Nuraghe antistante la piazza principale di questo paesino del sud Sardegna, si celebra nella notte una prestigiosa rassegna musicale: "Ai confini tra la Sardegna e il jazz". Sul palco una coppia di musicisti inusuale: il batterista statunitense Hamid Drake e il chitarrista sardo Paolo Angeli. Il primo è un sultano del ritmo che ha esplorato in lungo e in largo le possibilità delle percussioni trasportandoci un palpabile spirito Afro. Il secondo è un alchimista di suoni inventati grazie alla sua chitarra sarda preparata, veleggiante tra l'acustico e l'elettrico al punto tale da divenire irriconoscibile. Risultato della serata?

Una bomba di suoni magici, ansiosi, sfaccettati, densi, ancestrali, vorticosi, sperimentali, disorientanti, arcaici, irruenti, disorganici, impazziti, ossessivi, inaspettati, spigolosi. Suoni senza una terra, senza una cultura, se non accennata. Suoni che vagano da oriente a occidente fino a notturni sobborghi urbani, per poi spegnersi nel pianto di un muezzin con la chitarra che ormai si è trasformata in una viola elettrica. Suoni che impattano sugli ascoltatori trascinandoli in un turbine di tensione ritmica costante con un'ansia crescente. Suoni che diventano anche sofferenza come nell'intensa "Beslan" dedicata a tutti i bambini che ogni giorno sono vittime delle stupide guerre degli adulti. Suoni assimilabili a una navigazione al buio senza bussola, seguendo le stelle e l'istinto. Suoni che si perdono tra New York, l'Africa e la Sardegna con mille e nessun' denominatore comune.
E la mente vaga, ondivaga non trova mete, non trova punti di riferimento, confini. E il viaggio si perde nello spazio sonoro. Ma non c'è confusione. Così, piccola e fragile nasce l'idea che questa sia un'invocazione al cielo sotto quelle stelle, le stesse di millenni fa. Un suono terreno che si confonde con la notte. E si dilata sempre di più. Sullo sfondo ogni pensiero si perde.

Ecco perché io non so nemmeno cosa sia questa musica e come descriverla meglio di così. Inoltre non so nemmeno se abbia senso andare a cercare un nome, un'etichetta quando è evidente che da questo incontro sono nate note ribelli, libere la cui unica classificazione sensata deve risalire agli spiriti dei suoi due autori ed allo strano e unico incontro di quella notte. Allora aldilà di ogni parola conta solo l'ascolto, contano solo i suoni di quella serata. Li troverete in questo piccolo, grande e sorprendente cd.

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